Signori:”il fuori”:

Written By: bruno - Gen• 02•17

No,non lo capiva,non capiva proprio perché si trovasse in quel corpo,il fatto di avere un corpo lo stupiva,sopratutto che un corpo,quel corpo fosse fatto così le pareva assurdo e,in qualche modo fantastico,non aveva altro da fare che scegliere un corpo o il corpo o i corpi per infilarsi quella ,o quello che in quel momento l’osservava senza partecipare a nulla di ciò che sentiva o avrebbe potuto sentire lui?Era fuori,tutto fuori , quella cosa che guardava e, che lui credeva di percepire o, sentiva essere ,era indiscutibilmente fuori di lui, quello dunque era il vero occhio,la vera vista,il vero sentire,il pensare ,calcolare accertare soltanto quel fuori era vero?Un fuori,un fuori dunque c’era e vedeva,c’era,c’era pensante e vivo , un fuori allora “vedeva”,vedeva senza vecchiezza o morte o tempo passato o presente.Per il fatto di vedere , quel fuori lo si capiva immutabile,immutabile senza concetto o appiglio logico alcuno, vedeva guardava osserva e basta.Non era semplicemente essere,era davvero essere, essere,essere e basta,essere sottile,fattosi sottile e stretto,piccolo,minuscolo per entrare nell’occhio e nella mente di quel corpo che rimpiccioliva tutto,riducendo a morsi tutto in piccoli frammenti il fuori,l’inconcepibile fuori che ,in quel momento forse ascoltava ,ascoltava indifferente ,senza curarsi, del battito del suo cuore, o percepiva le mobili dita,le sue dita che si piegavano disegnandosi in controluce di ombre. Non sentì più ,vestendosi, il peso di quei pensieri ,chiuse la porta e ,nella via contò tutti i frammenti di quell’immenso fuori che aveva appena visto ,intuito ,scoperto nella poca luce che filtrava fioca, sul pavimento grigio della stanza da letto.

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