Sic transit gloria mundi.

Written By: bruno - Mag• 26•18

Tirata fuori la bara dal loculo per termine di deposito o come si dice:”per concessione scaduta passare in ufficio”il suo giorno era dunque giunto allo scoccare dei trenta anni.Un morto di fegato pare che esploda nella cassa, non avendo le casse da morto di una volta la valvola di sfogo incorporata,infatti la cassa di quel morto si era aperta,esplosa ,l’odore tremendo (tutti la videro da lontano) e l’interno pieno di liquame del corpo decomposto di cui pare rimanesse solo la bella chioma bianca a ricordo della sua vita passata quasi a sfidare tutto quello scempio.L’ossa vennero ricomposte in una nuova cassa ecologica ,alta una spanna lunga due metri ,una bara ,come un panino imbottito insomma.Devo confessare,a questo punto che non ho mai sentito parlare di simile casse da morto “ecologiche” se non quelle di cartone,questa ,si vede, venne confezionata su misura per giunta ecologica,come se il legno non fosse ecologico di suo,ma ,forse questo aspetto riguardava piuttosto la vanità dei famigliari che desideravano distinguersi per questo loro tratto di rispetto verso la “natura” . Quindi così chiusa, con dentro le ossa del morto,due metri per una spanna,anche se il morto ricordo non arrivava nemmeno al mentro e settanta, venne seppellita silenziosamente nella terra senza nemmeno un prete,silenziosamente in un paese di provincia e nell’anonimato più assoluto accompagnata dall’indifferenza solita del mondo che non si cura dell’ecologia,né della pietà di nessuno,infatti nessuno pianse in quell’occasione,nessuno disse né ricordò nulla del morto ,nulla,fu sottolineato solo e, con un certo orgoglio la deperibilità della cassa, che sarebbe marcita in poco tempo senza produrre alcun inquinamento.

You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

Lascia un commento