Shlomo Venezia.

Written By: bruno - Ago• 01•19

Quella di Levi,la sua celebrazione dico è stata una manifestazione giusta,corretta, ricordo di questo chimico scrittore deportato,chimico scrittore testimone per forza,con la forza di ricordare.E,se vogliamo la sua testimonianza rimane ancora,nonostante la crudezza ancora digeribile e,in un qualche modo “gentile”.Gentile nel porgere la sofferenza di milioni di persone,uomini donne bambini bambine,massacrate dall’industria di morte tedesca,industria progettata da un matto mascalzone (come ce ne sono ancora oggi sotto il sole) che voleva fare del mondo un orto botanico a sua immagine e somiglianza,anche se qui su due piedi non sapremmo definire a che erba o “fiore” possa somigliare un simile mascalzone.Levi dunque,ci introduce in un qualche mondo nell’incubo della persecuzione ebraica,come d’altronde lo fa Anna Frank.Ma è quando mettiamo gli occhi e il cuore nelle testimonianze come quelle di Shlomo Venezia che ci vengono le vertigini dell’orrore,è quando approfondiamo fino in fondo quel tema che ci vengono nausee e vomito e montiamo in bestia quando ancora si sente,si sente dire”:storia maestra di vita”:

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