Rieccoci alla Ricci Oddi.

Written By: bruno - Apr• 03•19

Circa la Ricci Oddi il nocciolo del discorso sta qua(mi pare),tutto qua, c’è la tesi Sforza,logica, condivisibile,e già condivisa anche nel passato che, della passata gestione Ricci Oddi aveva raccolto e allargato,messo a disposizione della città,ma non solo, scelte che, oggi,ripeto oggi stanno stipate in un magazzino,forse scantinato e che, dovrebbero,sempre secondo Sforza essere messe nella nuova struttura ex Enel che la Fondazione ha in passato acquisito,resa però oggi indisponibile (chissà perché) per un allargamento già approvato e condiviso a suo tempo.Mettere la sperimentazione in altra sede,sempre secondo (ma non solo) Sforza ,collocarla praticamente in altro luogo è cosa logica e pratica, creando così un focus d’eccellenza polarizzato specialistico e duttile alla così detta(ma obsoleta) sperimentazione ,punto.Ora che, qualcuno “del ramo”(tesi contraria a Sforza) si vergogni dell’acquisizioni operate dalla Ricci Oddi e desideri addirittura svenderle al miglior offerente è cosa curiosa, sopratutto ha il sapore dell’oste che critica il vino altrui,ma, il fatto strano è che venga presa in considerazione proprio per il suo giudizio perlomeno sospetto se non di parte da qualcuno che se la tira quasi fosse un miss universo “dell’arte”.Bene, ecco il nocciolo:si vergognano,disprezzano forse i piacentini le aquisizioni fatte in passato?Si vergognano forse della propria identità della proprio storia?Sopratutto si vergognano delle proprie scelte culturali?Le domande,la domanda è questa,questa a cui Sforza mette sulla bilancia il peso di una ragione senza tentennamenti,sopratutto senza salti schizofrenici di qualche oste politicamente “rivoluzionario”ma terribilmente provinciale,sopratutto, in ritardo.

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