Dopo l’Ucraina non si sentiva proprio il bisogno di questo crimine nei confonti di Israele.Il mondo è pieno zeppo di guerre e conflitti che dividono,assassinano,bruciano una pace di carta.Il conflitto e l’assassinio sono il pezzo forte degli “uomini”-uomini:intesi come umani,senza escludere le donne-con la morte si lavora sul pezzo, si fa progetti,si mette in opera con grande vigore,forza e convinzione come fa e,farebbe un qualsiasi delinquente che si distingue come tale ,perchè privo di simboli e-o di “bandiere”.
Studiare.
Che volete:bisognerebbe studiare,studiare prima di fare una qualsiasi guerra.E,questi,questi-che volano in deltaplano- sono un popolo di pecoroni analfabeti che conoscono solo il genocidio come risposta-proposta al loro governo.Di governi così ne è piena la storia:tanto che sembra sempre lo stesso libro,lo stesso ,identico,libro, per tutte le stagioni:tutte,proprio tutte, anche e,ma ,sopratutto per quelle che spiegano e impiegano la macelleria come propedeutica “al buon-loro- governo”.
Divine questioni.
Sono e rimangono indefinibili questi arrivati a cavallo di deltaplani per spargere morte e crudeltà ,ed è vero,verissimo che Dio toglie il senno ,a colui ,o,a coloro ch’egli vuol mandare in perdizione.Come,in questo caso ,ognuno ha il suo “dio” a cui dice di servire:un Dio però che non serve tutti gli uomini ma ama solo e soltanto i soliti “religiosi” macellai.
La storia balbetta.
La storia,balbetta e si ripete con questi terroristi scesi in deltaplano dentro una festa di giovani.La storia si fa fumetto,in una ripetizione che cambia solo qualche particolare e ricorda ,e ci ricorda-ancora oggi- i tempi lontani,ma anche solo ieri,ieri l’altro:quelli del signor Hitler, in cui gli ebrei venivano uccisi rapiti violentati,imprigionati.La storia si ripete,e ripete vecchia,stravecchia anche in senilità le sue porcherie,porcherie che non invecchiano,non invecchiano mai,proprio mai.
Israele.
Sono filo israeliano e,tuttavia mi viene spontanea questa ipotesi sulla pretesa inefficienza del mossad e la carneficina di questi momenti ad infamia degli stessi aggressori.E se,questa, fosse,fosse una mossa,una mossa per rafforzare Bibi che non godeva-e non gode oggi, di buona salute politica.Bibi,con il sacrificio di molti ,è-o sarebbe- riuscito nel riunificare Israele e,distogliere così,puntando diritto sul nemico-e sul tema- di sempre,per una battaglia legittima che, discordie interne rischiavano di mettere in serio pericolo lo Stato e la sopravvivenza di Israele ?
Israele.
Bhe!Son passati-per fortuna-i tempi in cui i crociati buciavano alberi di natale e li buttavano nelle case degli ebrei,si,son passati.Qualcuno rifletta sullo Stato di Israele,e,sulla necessità della sua esistenza.Non è più un popolo-quello di Israele-disperso,popolo confuso o rinchiuso in ignobili,vergognosi ghetti,questo Stato,e ,questo popolo, oggi ,può difendersi,contrattaccare,rispondere come popolo,grazie al suo Stato,quello di Israele.
Manie.
Mania di grandezza dei potenti. C’è sempre stato per incensarsi. Plasmare il mondo a proprio piacimento e metterci la firma. Un tempo, almeno, la megalomania portava anche, come effetto secondario, migliorie,bellezza, arte ecc.. Ma la tipologia del potere è cambiata , non più ricerca di gloria imperitura ma di potenza economica.La molla : essere talmente ricchi da potere travolgere tutto, tutto assoggettare. Gloria? Potere per potere. Ciò che si oppone viaa! Il resto: involucro atto a celare lo scopo. Mondo, natura, viventi, tutti, sacrificabili se inutili o fuorvianti dallo scopo. Ridicole menti che non si rendono conto come una volta creduto di aver raggiunto lo scopo loro seguirebbero a ruota il distrutto nel buco nero da loro stessi concepito.
Paola Mars
Il feroce Saladino.
Il mondo,questo mondo, era troppo tranquillo,troppo: ci voleva il feroce Saladino dei palestinesi per fare il finimondo in Israele:condannato a vita per essere perseguitato,martoriato,combattuto.Ci mancava proprio un feroce Saladino che mostrasse i muscoli con cui perpetua l’eterna lotta contro Israele,contro un popolo,e, la sua terra.
Le perle nere di Kella.
Stefania Gambadoro è una avvocatessa civilista, è bella, spigliata, di successo. Ha poco più di trent’anni quando conosce Luigi De Domenico, commerciante di Messina, l’uomo che fa per lei, o almeno così crede. Nel 2005 dalla loro unione nasce un figlio, ma la loro storia muore poco dopo. Stefania non si perde d’animo, si dedica anima e corpo al lavoro e al suo bambino finché non comincia ad accusare i sintomi di un male che non riesce a decifrare. Perde peso, è sempre più stanca e debilitata, ma i medici che consulta non riescono a indirizzarla verso la giusta cura. La diagnosi iniziale è anoressia, poi leucemia, poi entrambe vengono sconfessate. E Stefania peggiora, inesorabilmente. Sotto gli occhi del suo bimbo e di sua sorella Silvia, che la segue e la assiste, si spegne ogni giorno di più, finché, alla fine, arriva la diagnosi: sindrome da immunodeficienza acquisita. Hiv. È troppo tardi ormai, Stefania, ridotta all’ombra di se stessa, muore nel 2017, lasciando il figlio orfano. La famiglia è sconcertata. Possibile che nessun medico sia riuscito ad arrivare alla giusta diagnosi? A darle la possibilità di curarsi? E poi, dove può essersi contagiata? Stefania ha avuto solo due relazioni. Poi un giorno Silvia la sorella riceve una lettera. “Non cercare altrove”, scrive una donna che vuole restare anonima. Silvia si mette al lavoro con i suoi avvocati per cercare una risposta e quello che scopre è che, tra il 1990 e il 2019, cinque donne che avevano avuto una storia con Luigi De Domenico sono poi risultate sieropositive. Due sono morte di hiv. Una è Stefania, l’altra è la prima moglie di De Domenico, morta nel 1991. Proprio lui, Luigi, il suo ex cognato, il padre di suo nipote, una persona per bene. Proprio lui aveva nascosto la propria malattia, condannando a morte la povera Stefania. Da quel momento Silvia ingaggia una vera e propria battaglia legale contro De Domenico e contro i medici che hanno assistito sua sorella senza riuscire a diagnosticarle l’Aids. Dopo quattro anni e mezzo, grazie alla tenacia e alla volontà di Silvia, la Corte d’Assise di Messina ha condannato a 22 anni Luigi De Domenico per l’omicidio volontario di Stefania e per lesioni personali gravissime. Aperta e con un finale ancora da scrivere resta la vicenda in cui sono coinvolti invece i medici.
Kella Tribi
L’Apostolico.
L’Apostolico e i manifestanti :l’Apostolico che gira davanti i poliziotti ma, non si capisce se,l’Apostolico,l’Apostolico riprovera,o, forse ha detto,o dirà qualche cosa,lo sguardo,quello sgurardo vivo e attento ammonisce avverte o-forse-forse minaccia.La massa di manganelli comunque si arresta,si arresta:o,sembra fermarsi davanti all’Apostolico sguardo che ci appare,e appare-in video- vigile,fermo , ispettivo.