Ci sono battaglie in cui lo sconfitto è il vincitore e che-come afferma Vincenzo Monti-le ingiurie sono come le processioni, tornano sempre al punto di partenza.Questa enigmatica parte la leggo in Schopenhauer,colpito per la sua conoscenza del Monti.
Forse.
Forse,vivendo su qualche oscura vetta solitaria e,desolata,lontano,lontano da tutti ci si potrebbe anche non accorgere che oggi,oggi è-25 Dicembre- Natale ,forse.Ma,vivendo fra gruppi di case e,strade e, piazze è difficile ,se non impossibile non notare lo sfoggio del Natale il 25 dicembre con le sue luci.Il che,sta a significare che,molti,tanti,semplicemente,che illuminano ci vivono ,sul natale.
W Natale.
Diciamo che è Natale-quello convenzionale-un Natale francescano nei suoi presepi che poco guarda al “vero”:quel vero Natale di qualche secolo fa, dove soldati cercavano il piccolo nato ebreo per tagliarlìgli la gola,o squatarlo,squartarlo come facevano le SS alle donne ebree in Russia dopo avergli aperto il ventre.In realtà non c’è niente di nuovo,nulla,quando anche e ancora bambini ebrei sono ,come allora ,ostaggi di Hamas,nel bel “presepe” dei giorni nostri.
Il mignolo.
E’,di questi giorni un salir in cattedra e misurare con opinioni chi ha più ragione e ragioni,poi:quando si spiegano le ragioni e la ragione queste si appiattiscono l’uno sull’altro,perchè saper di quello che fanno o quel che avviene,nelle segrete stanze,lo sanno solo loro e forse ,forse nemmeno loro.Il mignolo,il mignolo(nella mala) rappresenta il delatore.Il dito più corto dunque,infatti,secondo il linguaggio delinquenziale rappresenta-nel suo esser corto- la sua inferiorità,che oggi,oggi la fa da padrone,tanto che ,come in una mano,si vedon solo mignoli.
Natale & Natale.
Sembra, quest’ anno ,che vada di moda sputare sulla parola Natale. Del suo significato ne ho già parlato in altri anni e logicamente non accetto tale “diversivo” dai grossi problemi, che nel frattempo ci preparano. Mi scappa solo da ridere un po’ per il senso di impunibilità che certi credono di avere e l’unica cosa che mi sento di augurare è: VIVI E LASCIA VIVERE quindi buon Natale = vita ,nascita
Paola Mars.
Le perle nere di Kella.
Giulia Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò era una nobildonna nata a Palermo nel 1877, figlia della principessa Giovanna Filangeri di Cutò e del conte Lucio Mastrogiovanni Tasca. Fu uccisa dal barone Vincenzo Paternò del Cugno il 2 marzo 1911 a Roma.
Appena maggiorenne, sposò il conte Romualdo Trigona dei principi di Sant’Elia, con il quale ebbe due figlie. La stabilità del matrimonio fu compromessa negli anni successivi quando la nobildonna scoprì che il marito la tradiva con un’attrice. Nel 1909 a Palermo, la contessa Giulia incontrò un tenente di cavalleria, il barone Vincenzo Paternò del Cugno, di due anni più giovane di lei. Con lui iniziò una relazione tormentata dal carattere violento e geloso del tenente
Il marito avrebbe voluto scacciare la moglie di casa ma non lo fece per salvare le apparenze. Una situazione a cui non volle sottostare la contessa che maturò l’intenzione di separarsi definitivamente da Romualdo. Ai tempi tuttavia non era possibile divorziare.
Paternò le consigliò di affidarsi a suo cognato, l’avvocato Serrao, nella speranza di liberarsi dal vincolo coniugale. Nel frattempo però Giulia e il marito dovettero lasciare Palermo per trasferirsi al Palazzo Quirinale di Roma. Sarebbe stata addirittura la regina Elena a chiedere il trasferimento nel tentativo di salvare il matrimonio.
La nobildonna però decise di lasciare sia il marito che l’amante. Paternò non accettò tale epilogo e accusò Serrao di aver tramato alle sue spalle, facendo in modo che la contessa entrasse in conflitto con lui nella convinzione che il cognato si fosse invaghito di lei.
Non rassegnandosi, il barone pianificò un ultimo incontro con Giulia nel pomeriggio del 2 marzo 1911 all’Hotel Rebecchino di Roma. Lì, all’interno di una camera, l’uomo le tese un agguato, uccidendola a coltellate. Dopodiché l’omicida tentò di suicidarsi, sparandosi con un colpo di pistola alla testa. Nonostante la grave lesione riportata al capo, riuscì a sopravvivere.
L’episodio fu considerato il primo femminicidio raccontato dalle testate giornalistiche italiane. Il 28 giugno 1912 Paternò fu condannato all’ergastolo per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Nel 1942, tuttavia, lasciò il carcere in seguito alla grazia ricevuta dal Re su richiesta di Mussolini.
Kella Tribi
Reclusi.
Ed eccoci,riecco ,come sempre ,il problema manicomi e pazienti che ritorna.Ritornano nella loro inefficienza e nella loro formale istituzione.Manicomi si,manicomi no?Ci vogliono più infermieri e medici-dicono lorsignori-quando è solo,invece, questione di competenza:i manicomi erano un delitto contro l’umanità e l’abbandono dei pazienti,fuori da quelle prigioni,hanno trovato e, trovano gli stessi identici problemi che avevano quando erano-reclusi- rinchiusi.
La volpe e l’uva.
Ed eccoci alla ferragnineide,dove ,accuse strappacapelli e corpi ridotti a simil nudi si stracciano e stracciano le vesti in Tv.Lo scandalo Feragni sta tutto nel guadagnar palate di soldi che tutti vorrebbero-come lei- guadagnare,ma non sanno-come lei- guadagnare.Morta la Ferragni-come prodotto-ci sarà un altra -simil-Ferragni che ,come prodotto, farà le sstesse cose che fa esattamente la Ferragni,per fare i soldi della Ferragni,che poi è quello che tende e tendeva e diceva, la volpe all’uva, molto prima dell Ferragni.
Samira Sabzian.
E’ sempre sorprendente la stampa nelle sue “battaglie” quotidiane a difesa,o contro la concorrenza “ideologica”(vedi il panettone Ferragni).La tendenza è quella di influenzare un qualsisi pensiero debole che,comunque sia,ed è,da sempre, numeroso:infatti la stampa,la carta stampata ,ma non solo,ipotizza la qualità nel numero-quantità- di “lettori”.E, la stampa ha creduto ,o crede ,attraverso i suoi comunicati-più o meno numerosi- di modificare,suggerire comportamenti virtuosi o,perlomeno consapevoli .Così non è,e questo è un dato di fatto, basti pensare alle donne uccise e,a tutti i fervorini scritti e decantati,per non dire stromabazzati in proposito che ottengono un bel nulla:o perlomeno un punto e a capo.Sopratutto,quando, antropologicamente non ci si mette il comportamento maschile umano,come fatto delinquenziale e criminale ecco che la legge:la Legge dico in Iran ,lo surroga con una condanna a morte di Samira Sabzian,sposa bambina a un vecchio satiro di cui si è liberata nel modo e nei modi che permettono una qualche libertà,per non dire giustizia in quelle regioni:per cui è stata.tanto per cambiare, impiccata oggi.
“Scapputtari”.
Tutti salvi con il caso Ferragni che è un poco la situazione che ,nel linguaggio “malavitoso” si usava il termine scapputari ,che poi-scapputari- significava farla franca (Palermo) ,abbandonare il cappotto nelle mani dell’inseguitore ,pur di fuggire,e qui è una fuga generale con e di,cappotti abbandonati:e non solo della Ferragni.