Le vere elezioni cominciano ora;ora con il compromesso e l’apparentamento di corpi diversi,tanto diversi da essersi contrapposti nel primo giro di consultazione,il gioco è tutto qua su quale corpo le varie parti si andranno ad innestare e congiungere.Poi,poi la realtà della politica metterà le sue appendici,appedici su cui il giudizio,o la previsione va sospesa essendo di natura legata alla contingenza e alla necessità del momento,improvvisando.
C’è guerra & guerra.
Ricordate il coronavirus.quello che ancora minaccia?Ci minaccia,minaccioso nelle pieghe della politica? Ci è stato contato e detto nelle minime pieghe,con tutte le sue possibili forze di attacco,questo dalla mattina alla sera.E’ arrivata la guerra;la guerra quella in Ucraina,quella su cui nessuno o pochi sono d’accordo:quella comunque da tutti condannata,ebbene eccoci davanti alla stessa descrizione diuturna che ci ammanniscono i soliti esperti.Da sud,ad ovest,ad est,fino verso il nord si definiscono i confini di quel conflitto che minaccia addrittura il Meditteraneo.Mentre davanti alle porte di casa nostra bollette e benzina ci fanno la guerra;ci fanno una spietata guerra da cui nessuno,proprio nessuno ci difende.
Dna politici.
La destra va forte in generale;la destra alla Meloni:anche a Piacenza primeggia ed esulta in vista di un prossimo bottino.Il fatto è che a Piacenza c’erano due avversarie di nome non di fatto entrambe di sinistra.La Meloni esulta ma,se nel suo dna aggiunge amministrazioni come quelle della Barbieri,può ancora vincere;meno durare.
Votare.
Si ha un bel dire andare a votare,votare anche quando si vorrebbe farlo,ma quando per votare occorre fare un ottantina di chilometri diventa tutto più probematico :colpa di Putin?Qui occorre fare attenzione ,anche nel solo citarlo che qualche sistema ti mette nell’elenco dei sovversivi.La colpa:se colpa può esserci è quella del caro benzina e poi;poi visto come è andata,ho risparmiato un viaggio e il mio senso di colpa si è azzerato.
Gesuitiche miserie.
Oggi è il tempo;se mai oggi possa essere un qualsisi tempo di miserie e povertà,sopratutto culturali,lo testimonia Padre Andrea Dall’Asta,architetto fattosi gesuita che spoglia e gratta le pareti delle chiese e che, testimonia ,quanto sia bello e molto più poveramnete concreto pensare all’arte che farla;che volete, la miseria:mica la povertà francescana ci piove dal cielo in divisa gesuitica.Sappiamo poi che la povertà è il surrogato di tutte le virtù:quindi,più miseria circola più uno si sente intelligente ma sopratutto, virtuoso:anche intellettualmente.C’era un tempo in cui parlare di Port-Royal faceva la conversazione,se non altro, elegante,eleganza e contenuti che mancano all’oggi,visto come tempo:posto che l’oggi ,sia un qualche miserabile tempo.
L’architetto Botta che sbotta.
L’architetto Botta che sbotta a Riva;si è letto un antipasto sul quotidiano locale,giornale allineato con un suo poderoso sforzo catto-sinistro di strafare nelle future elezioni.Bhe!L’architetto, fatto venire dal giornalista Grasso nel suo castello di Riva- non capisco se sia errato ma è di nuovo posto in vendita, lo stesso castello oggi per circa tre milioni di euro in internet-.Ha risposto il Botta , circa gli edifici sacri,con una risposta papale papale alla domanda di come debbono essere le chiese per intenderci,quelle “moderne” per giunta, quelle dei soliti giorni nostri,o giorni loro ,se vi piace.Per lui-il Botta- non devono avere caratteristiche particolari ,debbono essere solo dei buoni edifici,ben costruiti.Al tempo di Flaubert gli architetti erano definiti tutti degli imbecilli-fanno le case e dimenticano sempre le scale-Comunque il Botta, quello di cui parlerà a Riva del sacro ,e parlerà come si parla-si presume- alla solita maniera gesuitica di Padre Andrea Dell’asta-arte povera -,ha escluso tutti i precedenti ordini archittettonici dal suo antipasto:infatti non ha compreso quello egizio,nè quello ciclopico,assiro,cinese,gotico,romanico,eccetera eccetera.In fondo Dio ha fatto prima del Botta per suo Figlio-lo ha fatto nascere in una stalla o in una grotta- per non mettersi a discutere con il Botta di turno.
Le perle nere di Kella.
Il 24 gennaio del 2014 a Castiglione d’Asti scompare Elena Ceste, 37 anni, moglie di Michele Buoninconti e madre di quattro bambini. A denunciarne la scomparsa è proprio il marito, dichiarando che la moglie era sconvolta, perché il giorno prima gli aveva confidato di aver intrattenuto dei rapporti compromettenti con un uomo.
Dopo diversi mesi di ricerche, il 18 ottobre del 2014, viene ritrovato il corpo privo di vita della donna nelle acque del Rio Mersa, nelle campagne di Asti, a circa un chilometro di distanza dalla sua abitazione. Secondo l’autopsia Elena Ceste è morta per asfissia e Buoninconti viene accusato di omicidio.
Secondo la ricostruzione dei giudici, quella mattina, dopo aver accompagnato i figli a scuola, Buoninconti è rientrato a casa prima delle 09:00. Il delitto è avvenuto nella loro camera da letto. Secondo l’accusa l’uomo ha strangolato la moglie e ne ha trasportato il corpo nel bagagliaio dell’auto fino al Rio Mersa. Il tempo trascorso tra l’omicidio e l’occultamento del cadavere porta i giudici a sostenere l’ipotesi dell’omicidio premeditato.
Buoninconti viene visto fin dall’inizio come il primo sospettato. I sospetti si alimentano quando emerge, grazie all’utilizzo di cimici nella sua abitazione, il carattere violento e aggressivo dell’uomo nei confronti dei figli e il fatto che non si mostrasse particolarmente sconvolto durante i mesi di ricerche. Durante questo periodo inoltre Buoninconti intrattiene anche diverse conversazioni telefoniche con varie donne.
Nel 2015 viene condannato a 30 anni di carcere, confermati in appello. Michele Buoninconti non ha mai ammesso l’omicidio della moglie.
Il movente dell’omicidio è da rintracciare nel rapporto tra Elena e suo marito, un rapporto compromesso divenuto violento. L’uomo viene descritto come oppressivo e brutale, che tende a voler assoggettare le persone che vivono con lui. Elena Ceste intratteneva conversazioni telefoniche con altri uomini e Buoninconti ne era venuto a conoscenza. Lei voleva separarsi, ma l’uomo non era d’accordo.
Secondo l’accusa, Buoninconti nel commettere un atto così brutale è stato animato “dal più atavico dei sentimenti maschili: una sete di dominio unita ad un malinteso senso dell’onore
Kella Tribi
Un grido:trombateli.
Ed ecco,improvvisamente apparire i programmoni di stato;dal teatro di STATO al piccolo ambizioso progetto comunale.Dalla collina al Pò, è tutto uno squillar di trombe;strobazzano tutti,tutti il loro “buono”,il loro colto finanziato dalla stato,dalle regioni e dalla Fondazione,tutto a Piacenza a Piacenza e d’intorni-gente si vota-.Dalla collina al Pò senza nulla di piacentino,fanno venire perfino illustri lustrascarpe da lontano ,molto lontano per imbellettare la loro triste equivoca pagata “bellezza” perchè si vota.A tutti allora,dovrebbe correre come un brivido di ribellione nelle vene e questi;a questi con tutto il loro squillar di trombe,infine trombassero:proprio perchè si vota.
Parma e la Meloni.
Parma :fratelli d’Italia della Meloni corre da sola ed è una scelta azzeccata;azzeccata,nonostante i mugugni di Salvini che pensava di vincere facile.Peccato,a Piacenza non è stata la stessa storia:Fratelli d’Italia corre con uno squadrone,per una candidata sindaca di sinistra che compete (sic) si fa per dire ,con altri candidati-te che non sfigurano,Barbieri compresa, in una candidatura PD.
Il “beato” Parisi al guado.
Dio:è da quando Fetonte precipitò in Pò e le sue sorelle-Eliadi- piangenti furono,per il pianto tramutate in pioppi che di storie lungo il fiume ne sono passate:storie vere e storie false,comunque storie, storie per tutti.Il “beato” Danilo Parisi-ex Caronte del fiume- sponsorizzato da prestigiose figure oggi ci vende la patacca del cammino di San colombano come vera;ieri non era così,oggi la suona -sponsorizzato- diversa per voce e,per i finanziamenti di soccorso da parte del giovane sindaco di Calendasco Zangrandi.Zangrandi figlio intendo;figlio di quel Zangrandi padre che ha rimesso al figlio il mandato di primo cittadino del paese sul fiume.Pare;se ricordo bene ,la spesa di dodicimila euro fosse il contributo che il Signor Sindaco erede Zangrandi desse per il guado di Sigerico ex San Corrado.Docimila euro spesi per tanta aria fritta e una patacca di tutto rispetto ma; pur essendo di tutto rispetto sempre patacca rimane e dodicimila euro forse, son pochi.