Natale,la perla di Kella.

Written By: bruno - Dic• 24•22

Era il 1816, quando il cappellano Joseph Mohr, di una piccola chiesa vicino a Salisburgo, Chiesa di Sankt Nikolaus a Oberndorf, scrisse il testo di quella che immaginava come una canzone che descrivesse la calma e la santità della notte di Natale: la intitolò Stille Nacht, notte silenziosa.
Fuori è già notte, ed è gelida e nevosa, come spesso accade in inverno da queste parti. E’ una notte speciale, però: è il 24 dicembre, la Vigilia di Natale del 1818. All’interno della parrocchia, il giovane cappellano ascolta i piccoli suoni provenienti dalla stanza adiacente: c’è qualcuno che sta usando la tastiera dell’organo della chiesa!
“Chi è che suona l’organo?”, dice padre Joseph Mohr, Entra di corsa, lo strumento è al suo posto e al banchetto non c’è nessuno. Allora, avvicinatosi, prova a pigiare su uno dei tasti e… nessun suono. Ne prova un altro, e un altro ancora: nessuna musica, nessuna nota… l’organo si è rotto! “Colpa dei topi! Hanno mangiato il mantice!”, si lamenta sconsolato padre Mohr, scorrendo con gli occhi lo spartito che ha in mano, da lui scritto.. D’accordo, lo aveva composto come poesia, ma aveva giusto l’intenzione di chiedere al suo amico Franz Gruber, maestro di musica, di comporre una melodia all’organo per suonarlo proprio quella sera, davanti ai fedeli della sua parrocchia. “E ora cosa facciamo?”, chiede al musicista. Lui, nel frattempo, ha imbracciato una chitarra, iniziando a pizzicarne le corde e canticchiando sottovoce. Ed è qui che inizia la magia: la melodia che ne esce è dolce, penetrante, perfettamente intonata all’atmosfera natalizia che si respira nelle strade della cittadina. Le parole “Stille nacht! Heilige nacht! Alles schläft…”, sembrano uscire dalle finestre della sagrestia e camminare per le vie, quasi sussurrandosi ai passanti. Padre Mohr è entusiasta, e decide che la partitura verrà suonata alla Messa di mezzanotte, nella chiesa gremita di fedeli. Anche senza organo.L’implicito (ed esplicito) messaggio di pace contenuto nel testo della canzone, a tratti attraversato da una vena malinconica, legata probabilmente alle condizioni sociali dell’epoca della sua creazione, trovò espressione durante uno dei più cupi momenti della storia dell’umanità.
Come un piccolo lume nella notte scura, il canto diffonde una scintilla di speranza e di calore umano.
Non è possibile affermarlo con certezza ma si racconta che, durante la cosiddetta “tregua di Natale” del 1914, in piena Prima guerra mondiale, dalle fronteggianti trincee inglesi e tedesche, si levò l’inno nelle rispettive versioni, a testimoniare come nemmeno l’orrore del conflitto potesse sminuire il significato unificante della Nascita di Gesù.

Kella Tribi

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