C’è un pezzetto di Max Veber che merita di essere citato abbondantemente contro quei fanfaroni del “nuovo” come contemporaneo che è un termine come si sa, confuso per non dire messo in confusione da questi buffoni della “parola” e del “concetto”,insomma del sofismo ad arte:o a regola d’arte ,che sono poi usanze di tutti i tempi e di tutti i luoghi,non conoscendo (tutti) ,il valore di materia-io,colore e del suo plasmabile processo nell’opera privo di ogni censura(come inconscio),quindi libero, sempre diverso e vivo,ancestralmente ostinatamente creativamente vivo.Comunque; per tornare a Max Weber questi scrive:”Non è vero che un’opera d’arte di un epoca in cui siano stati elaborati nuovi mezzi tecnici o,per esempio,le leggi della prospettiva,si trovi per questa ragione a un più alto livello,sul piano puramente artistico,di un opera d’arte priva di ogni conoscenza di quei mezzi e di quelle leggi,purchè questa non sia formamalmente o materialmente manchevole,purchè cioè essa abbia scelto e plasmato il proprio oggetto come era possibile fare a regola d’arte senza l’applicazione di quelle condizioni e di quei mezzi.Un’ opera d’arte veramente “compiuta” non viene mai superata,non invecchia mai;l’individuo può attribuirvi personalmente un significato di diverso valore;ma di un’opera realmente “compiuta” in senso artistico nessuno potrà mai dire che sia “superata” da un un’altra pur essa compiuta”.-Insomma, Weber lancia un sassolino che per certi personaggi dovrebbe preoccupare come un calcolo renale.
Max Weber.
Written By: bruno
-
Nov•
17•21
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