Massimo Polledri.

Written By: bruno - Apr• 11•18

La galleria Ricci Oddi ,una delle prime gallerie(un tempo) italiane per l’arte dell’otto-novecento in crisi,non ci va nessuno,incassi da chiosco delle bibite,l’assessore Polledri fa i conti in tasca ad una istituzione in crisi,una crisi comunque che viene da lontano, da quando l’arte dell’ottocento-novecento non è entrata ancora nell’era dell’antico.A nessuno interessa l’altro ieri, specialmente quando l’oggi non pratica più le stesse metodologie,anzi si perita di negare l’arte,rifiutandola in toto con operazioni pensierose sull’oggi dove la morte dell’arte è fondamento delle tendenze quotidiane e la fa da padrona.Non essendo quindi né carne né pesce (la Ricci Oddi)non suscita ancora curiosità nelle masse di turisti che affondano ad esempio Venezia.Sarebbe meglio chiuderla,renderla visitabile ai soli studiosi e appassionati come si consulta un qualsiasi archivio.Visto l’inadeguatezza e le ridotte capacità tecniche degli operatori culturali d’oggi sorretti dal loro mercato e i loro critici media e politici,discorsi sui sentimenti e manualità non possono essere rispolverati senza suscitare aspre critiche da parte di una sinistra che deturpa il trono della comunicazione sorretta dal denaro pubblico e che si ostina nonostante tutto nel definirsi testardamente “intelligente”.Sinistra che tiene in piedi la sua rimbombante “cultura” con le visite forzate di scolaresche enti e istituzioni religiose politiche che la dipingono e la gonfiano di effimera “florida” bellezza.

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