Diciamo subito che nell’ascolto di Mahler si prova una certa irritazione,irritazione per tutta la sua mancanza di forma ,in un esasperato wagnerismo di maniera,una ridondanza,un cascar di note e di temi sovrapposti che impattano, urtano quelle sensibilità’ che provengono da modelli “classici” ,dove e quando la forma ha una sostanza di pensiero.In questa sinfonia,detta dei mille,l’ottava di Mahler i toni sono particolarmente accesi ed invadenti,urtano per la loro molteplice irridesceza musicale.Quell’abbandonarsi ad una ipersensibilità’ magmatica e complessa, come un divenire di materia informe che cola ,lascia perplessi.Se lo si ascolta al difuori di una educazione musicale,penso sia arduo per chiunque, seguirlo,condividerlo.Se, madrigalisti come il Principe di Venosa o Monteverdi,per il gusto di fare la musica, serva della parola, non avessero intrapreso la via dell’espressione musicale,infrangendo formule consolidate,esibendo stridori intimi altamente poetici,oggi non avremmo un Wagner,ma sopratutto un Mahler.E’ da quelle lontane origini che nasce la frammentarietà’ del tema,l’accavallamento,il tradimento,la passione, dove la musica fa da fondale ad una ossessione sia essa amorosa religiosa storica storicistica o spirituale.Dove l’Idea,il principio,la materia su cui si lavora diventano perno ,attorno cui girano vorticosamente ed informali delle note,pezzetti di temi, strumenti,timpani piatti voci,arrancando,spingendosi,scandendosi , con passo forzato e pesante verso il fine della composizione.La sinfonia numero otto di Mahler si dice ricerchi Dio,questo Dio non lo si percepisce,questo Dio non abita la composizione,non è esplicito,come in tutte le cose storicamente d’arrivo che,inevitabilmente diventano vittime delle loro stesse non-forma, frantumano lo strumento che dovrebbe descriverle per cui non si capisce che cosa dicano,balbettano farfugliano,sopratutto si pavoneggiano.Chi ci rimette è la musica,la musica che vorrebbe farsi parola,cuore,super io d’istinto,intelligenza,ma,la musica non è parola,è semplicemente suono e, come suono,non sarà’ mai quello che non è.Con Mahler ,assistiamo alla morte della forma, non solo musicale,comincia con lui una lunga, malinconica agonia che sfocerà ed è sfociata, nell’impotenza assoluta,impotenza come espressione di pensiero profondo , per limitarsi all’oggi, per diventare colonna sonora,orpello di qualche film.
Mahler, sinfonia n°8.
Written By: bruno
-
Set•
30•15
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