Leopardi il “ricchione”.

Written By: bruno - Set• 03•14

Qualcuno,al pezzo di Martone-Leopardi ci ha scritto che, molto probabilmente Leopardi era anche omosessuale,pare che Ranieri lo chiamasse “ricchione”, molto probabilmente,per Ranieri, chi non fosse un figaiolo come lui, era sicuramente ricchione.E per, rafforzare questa tesi si citano gli studi classici di Leopardi, quando scriveva che :la pederastia era praticata dalle popolazioni greche -romane.Chiunque abbia leggicchiato un poco di classicismo sa che l’amore verso i giovanetti era  comune,ed è stampato ad ogni pie’ di pagina,di molti di quei testi.Altra prova, Leopardi ha dormito non solo con il Ranieri,ma, in qualche altra occasione, anche, con qualcun altro,e allora era “ricchione”.Si vorrebbe   leggere insomma,il: “sabato del ricchione”,per sentirsi meglio,ed essere quindi,in compagnia dei  migliori, e’ altrettanto noto che, molti dei “grandi”bevessero smodatamente,qualcun altro faceva l’assassino (Caravaggio),per questo, non tutti i bevitori sono grandi,come la condizione di ricchione, non ha nessun particolare attributo creativo.Leopardi era ed è,  torto  tronco che piange e geme insieme.Sanguinava,nel sentirsi sempre piu’ prigioniero di deformita’ ,quando,  un tempo,invece,  credette di poter immaginare, o sperare ,fiorita di teneri germogli la sua vita.Le  lacrime, erano e sono,   resina di pino, dense,dure ,e solo al loro centro,nel loro cuore ,si puo’ ancora scorgere,ammirare un bagliore d’oro divino.Il  cuore,il cuore e la sua intelligenza, grondavano copiose di queste  fossili lacrime ,gemme disperate che  gli incrostavano allora anche il gobbo petto.Tuttavia ,le bellezza del suo verso,il senso del fato,rivissuto come negli antichi, di favola bella,gli donavano uno sguardo trascendente,aldila’ e sopra del confine, di ogni confine,e,  fanno di lui,se lo si  legge attentamente ,un poeta,antiromantico,anzi,la sua poesia ci insegna qualcosa di estraneo alla vita e alle passioni.Una struttura classica,fatta di morte e di eros ,di fato e bellezza,che,son tutti temi che potremmo trovare in molta bella poesia classica dell’antichita’.Ho trovato invece gioia in Leopardi,la gioia del:tutto è vano,illusorio,tutto è morte,ma dove sta’, vi domanderete voi la gioia,quando tutto è vano,morte e illusione.Togliere il velo alla vita,il velo delle nostre e vostre illusioni, non significa distruggere la vita,ma renderla migliore.E, se permettete,questo lo chiamo gioia.Sopratutto, lasciamo perdere, se la vita la si prende di culo o di petto.

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