Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Mag• 29•21

Da quando aveva tredici anni, e fino a diciassette, Giada Vitale è stata vittima di violenze sessuali da parte dell’ex parroco della chiesa di Portocannone, provincia di Campobasso, don Marino Genova, che allora, nel 2009, aveva 55 anni. Il sacerdote è stato condannato in via definitiva a 4 anni e 10 mesi di reclusione. Ma solo per gli abusi commessi prima che Giada compisse 14 anni, perché, secondo i giudici, quello che è successo dopo è stata una relazione «consenziente».
“Lui non è uno che va facendo sta roba con tutti quanti. Ha fatto un’esperienza del genere, ha vissuto questa storia impropria con Giada, ma non è un criminale”. Così il vescovo di Larino, Gianfranco De Luca nel 2014 giustificava la condotta del sacerdote don Marino
Il procedimento che riguarda i fatti accaduti dopo il 14° compleanno della ragazza è stato archiviato, e la Procura di Larino ha rigettato la richiesta della riapertura delle indagini.
Ma Giada non ha alcuna intenzione di arrendersi.
Ha raccontato la sua verità Giada Vitale, la giovane di Portocannone che è stata abusata dall’ex parroco del paese bassomolisano. Una vicenda controversa, accaduta nel 2009 quando l’allora sacerdote di Portocannone don Marino, (oggi in carcere a Rebibbia), ha abusato della sua parrocchiana Giada Vitale per 4 anni consecutivi. Tuttavia a don Marino Genova sono stati contestati solo gli abusi perpetrati fino al compimento del 14esimo anno di età di Giada. Da 14 anni e un giorno la ragazzina infatti è stata considerata ‘consenziente’ e si è ritenuto che “i contatti avvenissero all’interno di una relazione.

Afferma Giada: “La mia anima porta i segni degli abusi e delle cicatrici mai sanate delle ingiustizie subite. Ho confidato prima nella chiesa e poi nella magistratura, ma entrambe hanno sbarrato la porta creando in me uno stato di arrendevolezza a volte di rabbia e ancora di sgomento. Considero questo solo l’inizio di un cammino, che spero che sia in salita. La salita è faticosa ma in genere conduce in posti dove c’è più luce”
La vicenda di Giada Vitale, nello specifico, mette in luce una grossa problematica, che è quella relativa alle richieste di archiviazione dei PM.

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Kella Tribi

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