Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Dic• 12•20

Messalina nasce a Roma nel 25 d.C. in una famiglia patrizia imparentata con la Casa Giulio-Claudia, e a soli 14 anni si trova obbligata a sposare Claudio, di 30 anni più di lei, al terzo matrimonio, balbuziente e zoppo
Nel giro di poco tempo, nel 41, Claudio, grazie all’assassinio di Caligola, diventa l’uomo più potente dell’Impero Romano, e la giovanissima moglie Messalina diventa Imperatrice di Roma.

Giovane e inquieta, Messalina non ama l’ambiente regale cui appartiene e cerca la trasgressione anche fra la gente del popolo. La leggenda più “scabrosa” che la contraddistingue la vede travestita da prostituta sotto il falso nome Licisca e, completamente depilata, i capezzoli dorati, gli occhi segnati da una mistura di antimonio e nerofumo, offrirsi ai marinai o ai gladiatori per qualche ora al giorno. Le voci sul suo conto sono scandalose, e la vogliono mascherata da meretrice mentre si concede persino nel quartiere di Suburra, uno dei peggio frequentati di Roma, su letti fatti di paglia che poco avevano a che vedere con i guanciali da Imperatrice sui quali era abituata a dormire.

Messalina sfidò addirittura la più celebre prostituta dell’epoca, riuscendo ad avere rapporti con 25 uomini diversi in 24 ore e, “proclamata invicta”, “lassata, viris nondum satiata, recessit” (“stanca, ma non sazia di uomini, smise”).
Messalina si innamorò infine di Gaio Silio, marito di Giulia Silana, il quale ripudiò la moglie e divenne suo amante ufficiale.

Nel 48, durante l’assenza dell’Imperatore Claudio che si trovava a Ostia, Messalina inscenò il proprio matrimonio con Gaio Silio durante una festa dionisiaca a palazzo, la goccia che fece traboccare il vaso della sopportazione del marito tradito, che, non tanto per gelosia, quanto terrorizzato dalla possibilità che qualcuno potesse avanzare pretese al trono di Roma, decretò la morte di Messalina e Gaio Silio

I due amanti fuggitivi furono raggiunti dai soldati ma, mentre Gaio Silio non oppose resistenza chiedendo semplicemente una morte rapida, Messalina inscenò il suicidio, prese la spada e la avvicinò invano, tremando, alla gola e al petto, finché fu trafitta dal colpo del tribuno

La giovane donna subì, fra le altre cose, una vera e propria “damnatio memoriae” dopo la morte. Tutte le sue statue furono distrutte, il suo nome cancellato da ogni documento e il figlio maschio privato del diritto al trono di Roma

Kella Tribi

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