Tiziana Pavani, 55 anni e il suo assassino, Luca Raimondo M.33 anni, si erano conosciuti su internet poche settimane prima del delitto avvenuto nel gennaio 2017 in un appartamento in via Mangiarotti, a Baggio, alla periferia di Milano. I due avevano cominciato a frequentarsi. Lui, cocainomane, le aveva prestato 2.500 euro, che lei non riusciva a restituirgli. L’ultima e fatale lite tra i due scoppiò proprio per questo motivo. Tiziana Pavani venne uccisa mentre dormiva. Luca lasciò l’appartamento in perfetto ordine, ma le rubò il bancomat e aprì la valvola del gas in cucina. Gli inquirenti, chiedono per il killer l’aggravante della premeditazione e quindi la condanna all’ergastolo per omicidio volontario. I giudici non hanno accolto la richiesta della pm Maria Letizia Manella e hanno condannato l’assassino, Luca Raimondo M. reo confesso, a venti anni di reclusione e al pagamento di 180mila euro ai familiari della donna. Il killer aveva chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. Il giudice non ha accolto la richiesta avanzata dalla difesa di un’integrazione alla perizia psichiatrica a cui è stato sottoposto il killer e che aveva stabilito che al momento dell’omicidio era in grado di intendere e di volere. “E’ vergognoso non riconoscere la premeditazione quando qualche giorno prima del delitto ha anche guardato su internet le istruzioni per uccidere. Sfido che poi uccidono noi donne come niente, ci vorrebbero pene esemplari”, ha dichiarato una parente della vittima.
Kella Tribi
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