Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Gen• 20•24

Angela Gentile, 37 anni, scomparve il 28 ottobre 1991. La donna, madre di una figlia di 13 anni, accompagnò in mattinata la ragazzina a scuola per poi recarsi all’ospedale di Caserta dove era impiegata. A lavoro terminato, uscì dalla struttura per andare a riprendere la figlia, ma non arrivò mai a destinazione. La sua auto fu rinvenuta nel parcheggio dell’ospedale, dove lei l’aveva lasciata la mattina. Il suo corpo non fu mai ritrovato.‍‍
Secondo le indagini condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia, la donna fu uccisa in seguito a un accordo tra il boss Domenico Belforte, detto Mimì, reggente del clan Mazzacane, e sua moglie Maria Buttone. Angela Gentile ebbe da giovane una breve relazione con Belforte, dalla quale nacque una bambina nel 1978. L’uomo non riconobbe mai la figlia
Il boss poi si sposò con la Buttone stabilendosi a Marcianise, nel Casertano, ma Belforte e Gentile tornarono a frequentarsi. Lui era uscito da poco dal carcere mentre lei si era appena lasciata dal precedente compagno. Una situazione che screditò la moglie agli occhi delle altre donne del clan. Per risolvere la controversia, sarebbe stato stabilito un patto tra i due coniugi: la figliastra avrebbe ottenuto sostegno economico entrando a far parte della famiglia Belforte in cambio della vita di Angela, ex amante del marito.
Non fu mai accertato l’esecutore materiale del delitto. Secondo le testimonianze di alcuni collaboratori di giustizia, sarebbero stati lo stesso Belforte insieme ad alcuni sicari, fedelissimi del clan dei Mazzacane. In seguito all’omicidio, la figlia adolescente fu tolta ai parenti che l’avevano cresciuta a Caserta per essere trasferita e accolta in casa del boss a Marcianise, affidata alla stessa Angela Buttone che le avrebbe fatto da madre.
Belforte nel corso del processo si addossò la colpa. Raccontò che, durante un incontro con la signora Gentile, aveva puntato una pistola contro la vittima col solo intento di spaventarla, ma dall’arma sarebbe partito per sbaglio un proiettile che la colpì al cuore. Avrebbe poi fatto sparire il cadavere della trentasettenne nei “regi lagni” (dei canali idrici artificiali presenti lungo il territorio campano).‍‍
Nel dicembre del 2019 la Corte d’Assise di Napoli aveva condannato Belforte a 30 anni di reclusione, riconosciuto come mandante dell’omicidio insieme alla moglie Maria Buttone, che invece fu condannata all’ergastolo.‍‍ Nel dicembre del 2021 la Corte d’Appello di Napoli confermò le condanne per entrambi gli imputati.‍

Kella Tribi

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