Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Ott• 14•23

Maria Chindamo aveva 42 anni quando scompare il 6 maggio del 2016 a Limbadi, in provincia di Vibo Valentia. Dopo 7 anni, grazie al lavoro d’indagine dei carabinieri coordinati dal procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, è stato arrestato colui che si ritiene essere il suo assassino. La maxi operazione della Direzione distrettuale antimafia nell’ambito dell’indagine Maestrale-Carthago ha portato all’esecuzione di misure cautelare nei confronti di 84 persone del mondo della politica e dell’imprenditoria: 29 in carcere, 52 ai domiciliari e 3 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Tra loro anche Salvatore Ascone, indicato da diversi collaboratori di giustizia come uno degli assassini della donna. Un omicidio afferato, è quello che emerge dall’inchiesta. Maria Chindamo fu uccisa e il suo corpo fu dato in pasto ai maiali per far sparire ogni traccia. Insieme ad Ascone c’erano altre due persone, una minorenne all’epoca dei fatti e un’altra deceduta nel frattempo. Si tratta della seconda tranche di arresti: «Sono 170 i soggetti indagati con 200 capi d’imputazione. Ogni gruppo reclamava la propria quota estorsiva», ha detto il colonnello Luca Toti, «si è trattato di un importante sforzo investigativo che ha portato alla disarticolazione delle cosche».
Maria Chindamo fu sequestrata il 6 maggio 2016, a un anno esatto dalla morte per suicidio di suo marito Vincenzo Puntoriero, avvenuto l’8 maggio 2015. Maria Chindamo, dopo il suicidio del marito avvenuto l’anno precedente alla sua scomparsa a maggio 2016, aveva pensato di diventare imprenditrice e di curare gli interessi della terra e dei suoi figli e si era pure iscritta all’università. Questa sua libertà, questa sua voglia di essere indipendente, di essere donna non gli è stata perdonata e tre giorni dopo che aveva postato sui social la foto con il suo nuovo compagno è sparita. La sua uccisione è stata straziante. Oltre ad essere stata data in pasto ai maiali i suoi resti sono stati triturati con un trattore cingolato. Questo dà il senso e la misura della rabbia e del risentimento che chi ha ordinato l’omicidio aveva nei suoi confronti. Lei non si poteva permettere il lusso di rifarsi una vita, di gestire in modo imprenditoriale quel terreno e di poter curare e fare crescere i figli in modo libero e uscendo dalla mentalità mafiosa.

Kella Tribi

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