Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Dic• 17•22

Catania, 4 dicembre 1993. Sono le 22.00 di un sabato sera come tanti di un freddo inverno Al terzo piano di un palazzo in Via Rosso vive, Antonella Falcidia, 43 anni, insegnante di Statistica applicata alla Medicina. Il marito, medico, è fuori città per lavoro, il figlio è uscito con gli amici
Falcidia è sola in casa seduta sul divano dinanzi la televisione. Sembra tutto tranquillo.
Alle 23.30 il maritoVincenzo Morici torna a casa. La porta dell’appartamento è chiusa, le luci del salotto accese. Entra nel soggiorno e trova il corpo di sua moglie riverso in una pozza di sangue
Il medico legale non può far altro che constatare la morte della donna, è stata colpita al torace, alle gambe, alla gola e alla testa con un’arma da taglio. 26 pugnalate totali.
I periti analizzano la scena del crimine. Anzitutto la porta e le finestre non presentano segni di effrazione, vale a dire che la Falcidia conosceva e ha fatto entrare in casa la persona che di lì a poco l’avrebbe massacrata. Dalla casa, inoltre, non manca nulla, quindi viene subito esclusa la pista di una rapina finita male.
Sul sangue defluito dalla povera vittima poi sono visibili delle impronte. Piccole impronte di una scarpa. È un numero 36, probabilmente appartengono a una donna. Tra le dita della professoressa, ci sono alcuni capelli biondi. Segni lasciati apposta per depistare?
Nei giorni successivi all’omicidio un ragazzo sostiene di esser passato da via Rosso la sera del delitto e di esser stato quasi investito da un’automobile guidata da una donna dai capelli biondi.
Resta solo una pista da battere, quella passionale. I sospetti ricadono sul marito, Vincenzo Morici, colui che ha rinvenuto per primo il corpo della vittima.
Il dottor Morici ha uno studio medico a Nicosia (Enna), nel quale lavora dal mattino fino alle 21. Si afferma che abbia un’amante, e che sarebbe stato convinto da questa a far fuori la moglie. Le parole dei colleghi che hanno lavorato con lui quel sabato sera fanno pensare alla possibilità di un ritorno a casa appena in tempo per uccidere la moglie,
Un’altra incredibile scoperta pare indirizzare verso la sua persona le accuse generali. Sul divano macchiato di sangue viene rintracciata una scia composta con un dito che pare vergare tre lettere: E, N e Z. ENZ, vale a dire Enzo, Vincenzo.
L’ultimo messaggio lasciato dalla donna morente? L’omicidio é ancora impunito da oltre 30 annu

Kella Tribi

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