Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Nov• 19•22

È stato il potente colpo alla milza, un calcio o forse un pugno, a causare il decesso di Lucia Caiazza, la 52enne morta nell’ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore (Napoli) il 14 maggio 2020, si legge nelle motivazioni della sentenza con cui, i giudici hanno condannato il compagno 47enne Vincenzo Garzia. Durante il processo è emerso che l’uomo aveva già mostrato segni di violenza, non solo contro Lucia ma anche nei confronti della ex moglie, e verso un’altra donna con cui aveva una relazione.
Tra il 4 e il 10 maggio 2020, Lucia comincia a lamentare forti dolori addomina, chiama il 118. Nonostante senta lo stomaco scoppiarle, rassicura la figlia: “Sono solo calcoli”. Lucia sta malissimo. La operano d’urgenza, ha la milza e il pancreas gravemente danneggiati. Non ce la fa. Viene effettuata un’autopsia dalla quale emerge che ha gli organi interni spappolati e il setto nasale rotto.
La verità era venuta fuori con le indagini e con le testimonianze di conoscenti di Garzia, che avevano confermato la sua indole violenta e i diversi episodi in cui aveva picchiato Lucia e altre donne, per futili motivi.
Per la Corte di Assise di Napoli, che a luglio ha emesso la sentenza, non ci sono dubbi: il decesso è stato causato da quel colpo al torace. Nemmeno in ospedale la donna aveva parlato delle violenze, giustificando i lividi che aveva sul corpo come effetti collaterali della terapia antiaggregante a cui era sottoposta da anni.
C’è anche la testimonianza di una ex compagna, anche lei vittima delle violenze. Nella sofferta deposizione resa ha ammesso di avere continuativamente subìto, nel corso degli anni della convivenza, un incessante susseguirsi di violenze, insulti, minacce, pur perseverando in un incomprensibile sentimento autodistruttivo, a continuare a relazionarsi al Garzia
Vincenzo viene intervistato da Chi l’ha visto. “Hai picchiato Lucia?”. “E perché avrei dovuto – dice – lavava, stirava, puliva e poi mi amava”. L’ex? Ma quella è un’altra storia. Quella le botte se le meritava, gli metteva le corna.

Kella Tribi

You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

Lascia un commento