Vittorio.

Written By: bruno - Giu• 02•13

Aveva fatto anche il becchino,di servizio al cimitero,nella sua divisa nera,con gli stemmini lucidi del comune sul colletto, camicia bianca e cravatta sempre nera, impeccabile.Raccontava che i morti quando venivano tolti dai depositi o forni,il becchino li tastava con cura, per cercare oggetti di valore,cercava ricordi di nozze lontane,o momenti di felicita’,sulla terra.Dopo averli tastati con perizia,il becchino di turno gli staccava la testa,ruotava il cranio impecorito per metterlo in un cestone,pronto per l’ossario.Sottolineava ,Vittorio, con un gesto delle dita, nel mimare il distacco rotante della testa:”come a un bambolotto,come a un bambolotto”.Me lo ricordo becchino,giunto alla  pensione,vendeva, fra l’altro, maniglie da cassa da morto, d’epoca,gli era rimasta la fissa professionale,diceva che alcuni, nel toccarle, provavano una specie di brivido,e,come sempre, mimava il brivido, con i suoi occhi azzurri,limpidi.Vendeva anche vecchie fisarmoniche e mandolini,chitarre e abiti da prete dismessi.Qualche volte lo si vedeva, ridente di un dialetto fiorito, con addosso paramenti funebri per la messa dei morti,quelli viola,in mezzo ai suoi mandolini,fisarmoniche , chitarre e pizzi istoriati da qualche suora di clausura.Vittorio aveva sempre avuto un amante,un amante,che non era un gran che,ma adatta a lui, che era sull’ottantina, aveva anche moglie,non aveva figli, ed era nato alla “Villa Grilli”,vero serbatoio, un tempo, di popolo piacentino.Un giorno non l’ho piu’ visto,per settimane e settimane non mi riusci’ piu’ di vederlo,mi dissero che, Vittorio era morto, si era buttato da una balcone di casa ,gli era morta la moglie e l’amante l’aveva abbandonato,l’amore non ha eta’.

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