Ma quello,quello chi crede d’essere?Così molto spesso si apostrofa il governante,il potente, ma anche il semplice cittadino,sia uomo o donna che per la verità spesso abusa,e abusa chi, sopratutto ne ha facoltà per un qualche privilegio in qualità di funzionario-a fosse anche a capo di un porcile (chiedendo scusa ai porci).Insomma ,qualcuno se la tira e qualcun altro gliela pompano in testa,proprio in testa,finchè uno,uno si convince d’essere diventato un “qualcuno”,un qualcuno a tutti gli effetti,un qualcuno a diciotto carati,un coso d’oro,anche se, occorre subito segnalare purtroppo, casi contrari di umano avvilimento per il pompaggio, non solo personale ma anche e ,sopratutto esterno ,sopra una qualsiasi pretesa nullità.Ma qui,qui è a quelli,quelli che fanno e disfano e che fanno e disfano potendolo fare a cui piace pensare.Infatti è storicamnente assodato e più volte scritto.”che i titoli vani e fastosi,per pretensioni d’onnipotenza e adorazione,non tanto all’orgoglio del potente di turno si debbono attribuire,quanto all’interesse od ambizione dei cortigiani;costoro hanno sempre delle buone ragioni per ingannare anche i potenti più virtuosi e più avveduti”.Virtuosi che debbono essere tuttavia rari ,come le dita di un falegname che ha sempre lavorato alla sega del suo laboratorio.
La mano del falegname.
Written By: bruno
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Dic•
14•20
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