La “chiesa” dei balconi.

Written By: bruno - Mar• 18•20

Le società cambiano,cambiano ma più che cambiare trovano modi diversi,alcuni direbbero nuovi di manifestare la loro vicinanza,la loro identità,la loro speranza facendosi forza in e, nel gruppo,gruppi che hanno sempre degli organizzatori dei “capi” che lanciano e dirigono le loro proposte.Un tempo si sarebbe andati tutti in chiesa,in chiesa a pregare,messe,suffragi,penitenze,dal pulpito si sarebbe ammannito al popolo le vie e le direttive verso la salute,anche dell’anima.Oggi tutti sul balcone,basta chiese,oggi ,tutti sul balcone a cantare,cantare a squarcia gola per impetrare un Dio che non c’è più e che ha chiuso,a tempo indeterminato i suoi templi.Non è possibile fare a meno,anche oggi ,di inventarsi o tirare fuori dal cassetto,l’antico uso dei primitivi di gridare qualche cosa verso il “cielo” per sentirsi più uni e forti.Chiusa una chiesa si apre un balcone,il balcone di casa ,in comunione con tutti i balconi che vogliono condividere il nostro sentirsi meno soli,meno soli e più forti contro il virus come una volta si faceva in chiesa.La qualità di Dio o di un dio non cambia,quelli dei balconi sono quelli che vanno in chiesa o quelli che vorrebbero un “chiesa” a loro immagine e somiglianza,cosa che è possibile oggi,oggi,al tempo dei balconi visto che Repubblica ,Repubblica pubblica in prima pagina un intervento di Papa Francesco che loda i consigli di Fazio,

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