Il paese della gente stonata.

Written By: bruno - Giu• 26•22

C’era una volta un paese di gente tutta stonata ma gli abitanti non se ne accorgevano, anzi passavano gran tempo a parlare di musica, arte. grandi manifestazioni in paese ,premi nazionali di musica, di teatro e qualunque altra cosa desse l’ ìdea di arte. Stonati, stonati perché non si ascoltavano mai né ascoltavano gli altri; tutta una finta, ognuno emetteva suoni a caso e se per caso ci fosse stato qualcuno più critico in breve diveniva anche lui infelicemente stonato. Un uomo, spinto dalla fama del paese, largamente pubblicizzata aveva deciso di trasferirvisi Pensava che sarebbe stato bello finire i propri giorni circondato dall’armonia generale. Appena arrivato aveva còlto qualche fastidiosità attribuita alla stanchezza del viaggio. Alla sera, messosi in prima fila per gustarsi un coro di canzoni popolari locali cominciò a cogliere qualche sfasatura ma nessuno fiatava, anzi alla fine l’applauso fu decisamente scrosciante. Forse sono vecchio, si disse, ma scappò a gambe levate quando lo vollero coinvolgere in un gruppo che sgangheratamente ballava. Via via senza giustificazioni. La notte sognò armonie dolci interrotte al mattino da una vicina che emetteva un’accozzaglia di suoni senza senso. Invano sperò che lei si scusasse ; venne , anzi, a conoscenza che si trattava di un “omaggio di benvenuto” per lui che l’amministrazione comunale porgeva a tutti i nuovi abitanti. Dopo un mese di permanenza nel paese l’uomo cominciò ad odiarne ogni minima manifestazione così un giorno, nel bel mezzo di un incontro culturale, proprio una frazione prima degli applausi ,con tutta la potenza di voce possibile urlò agli astanti :” Fate schifo, siete stonati fino nell’anima, il grugnito di una scrofa contiene in sé più armonia di ogni vostro mottetto, il rauco gracidare del rospo è più raffinato dei vostri cosiddetti canti d’ amore, i pidocchi verdi delle piante si muovono con maggiore grazia delle vostre donne più ambite! Ero arrivato nel vostro paese per morirvi serenamente cullato dall’ armonia generale. Mi avete tolto anche questo ultimo desiderio adesso sarò costretto a vivere fino a quando, almeno, non abbia ricostruito in me un poco della perduta serenità. Morire con dentro il tormento che mi avete dato significherebbe passare senza soluzione di continuità tra due inferni. Se la morte deve essere l’ultimo atto solenne della vita io non posso più farlo non ne avrei più la sufficiente concentrazione. Maledetti stonati tacete, in fine! “. E tutto il paese tacque, tacque per sempre, ciascuno emigrò e di esso si perse memoria. .

Paola Mars

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