Dèjà vu.

Written By: bruno - Feb• 06•21

Pareva che Draghi non si sognasse nemmeno la notte di venire a concertare la politica di governo-non sarete mica matti-uno come lui-lui, che si mette a parlare con Di Maio-o con la Azzolina-una compagnia di squinternati-mica si metteranno a parlare con Draghi-.Non verrà mai,mai,e poi mai.E così aleggiva nell’aria questa improponibile-secondo i commentatori-proposta;una specie di utopia,un sogno inarrivabile e improbabile.Poi;dopo:ecco,ecco il pricipe della finanza farsi largo alla prima-dico la prima chiamata e, magicamente parlare;dialogare, con questo e con quello:anche con Di Maio (sic),arrivando sempre puntuale,con quel suo passo da anatra palmipeda dinoccolata,e,con lo stesso “passo” da anatra salire e scendere le scale;rispondere ma, addirittura,addirittura:salutare.Draghi-nel vederlo- è una persona che si trova perfettamente a suo agio-sopratutto uno con l’aria di quello che:voi dite ,dite,dite,dite pure, che al resto ci penso io.Ed è quell’aria del :voi dite,dite,dite pure che al resto ci penso io che da l’impressione di uno spettacolo organizzato,preparato;quasi fosse un governo che doveva venire e che, dovesse sopratutto avvenire;come si dice- un dèjà vu-un dèjà vu,proprio una di quelle robe che si vedono per la prima volta,ma si erano già viste,in passato;o che qualcuno, aveva già organizzato alla chetichella;un dèjà vu insomma,un dèjà vu,preparato in sordina per poi servircelo sul piatto del giorno, come piatto meno calorico,rimedio alle pantagrueliche indigestioni di prima;fracico come era-quel prima- da tutto quel sovrabbondante olio,olio al covid 19.

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