Artur Honegger.

Written By: bruno - Apr• 30•17

C’è molta russia nel pezzo di Artur Honegger (1892-1955),Pacific 231,il compositore infatti dichiara di amare le locomotive passionalmente e aggiunge che per lui sono creature viventi a le ama,le ama come altri amano le donne o i cavalli.In realtà ascoltando questo pezzo dopo molti anni, vi è una certa descrittività nell’inizio della composizione,descrizione in cui si sente il moto della locomotiva,in seguito questo moto si rafforza nella forma d’epoca dello scrivere.Se c’è,se c’è la descrizione di un moto meccanico, in seguito l’autore si abbandona ad un lungo ripetitivo intersecare ritmico ,intersecare in quella tendenza “russa” che qualcuno riferiva ad uno dei massimi compositori del futurismo ,Alexander Mossolou nella composizione in “Fonderia”,pezzo che non ho sentito mai.Questa musica, con l”avvento delle canzonacce del giorno d’oggi,questo atteggiamento musicale si è del tutto diradato se non smarrito completamente dai programmi,almeno in quelli di mia conoscenza.Questo stile un tempo si presentava florido e ci si sforzava di ascoltarlo come si ascoltava quello di Hindemith,Hindemith (concerto per violino e orchestra) che si definiva classico, mi pare addirittura abbia preso un Nobel, inusuale per la musica.Insomma una ricognizione musicale dentro una piega non troppo lontana da noi,di quando un passo estetico destrutturato aveva anticipato o si era equiparato a certe arti figurative per poi scomparire o annebbiarsi del tutto ,cosa che non è successo per le così dette arti mute figurative,forse proprio perché mute,”arti” che imperano e ci affliggono ancora (additandoci come ignoranti). Imperano in virtù di un regime ,imperano rifiutate avulse alle masse e agli individui.Musica d’insieme descrittiva , narcisismo dissolvenza,incastrarsi annodarsi in temi anche del passato ,quasi sempre sospesi nel trionfo completo del sensibilismo,in un linguaggio tecnicamente colto, mollemente sfrenato e panico, come lo smarrirsi e sfrangiarsi di una indefinita filamentosa nebbia.Per ascoltare (questa roba) ci vogliono succhi gastrici che sappiano pazientemente ascoltare sentire e digerire ,anche se non del tutto indigesta, sopratutto da quando è stata depredata abusata ammannita come è e la si ascolta anora ripetuta e in uso manco a dirlo, dentro le colonne sonore di alcuni film.

Non era ancora finito di completarsi questo piccolo pezzo sulla musica che accendendo la tv, canale rai 5 del 30 Aprile che ti appare dopo Bach?Sciarrino,Salvatore Sciarrino con un pezzo di una noia mortale :”Efebo con radio”(sic) del 1961 pezzo in cui l’autore si vanta di imitare e trascrivere il movimento della manopola che si faceva un tempo per cercare una qualche stazione.Bene,quel movimento con vari fruscii intermedi tutti scritti con puntigliosa meticolosità,voce cantata a frammenti,improvvisi silenzi citazioni sulla musica cosidetta elettronica, senza farsi mancare la lastra d’acciaio finale come grande gong è stato ammannito con noncuranza e alla faccia del pubblico.Non si era ancora dunque scritto che certa musica stava diradando (finalmente) dai menu dei concerti che ti appare,ti appare uno Sciarrino,uno Sciarrino pluridecorato,plurupremiato,pluririconosciuto.Ci vorrebbe una palinodia per l’occasione, un mea culpa,però il gong finale con la lastra d’acciaio,il colpo di gong sulla lastra d’acciaio non l’ho sentito,non ho resistito,non me la sono sentita,non ce l’ho fatta,non ci sono riuscito.

You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

Lascia un commento