Appartengo a questo vento che mi canta ripetuti suoni, le voci del mondo e della terra, dei fantasmi di carne che sempre si rinnovano, mi porta in faccia le foglie morte delle passate stagioni, e il fuoco che le arde. Profumato, come nuvole materne di echi volti al cielo in eterno canto. Profumato di giorni ove il passo era lieve e volare una facile canzone. Appartengo all’amore che so contenere, che il male mai mi porga con mani invisibili il suo eterno inganno.
Francesca Pierucci
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.