Alza bandiera alpina.

Written By: bruno - Mag• 10•13

Ero alto come le barriere scure, istoriate,che girano intorno ai Cavalli di Piazza,e,una sera, con fari che, implacabili disegnavano la loro luce gialla sul Palazzo Gotico,Paietta, sopra un palco di legno nero, gridava:ed ora prendiamo i pesci piu’ piccoli.Quella frase mi è da sempre rimasta stampata fin dall’infazia nel cervello,mi torna, ancora e ancora, alla memoria, quando guardo la Piazza dalla parte del palazzo I.N.A. come in questa mattina.Cosa poi dicesse Paietta nel seguito del discorso,non lo ricordo piu’ o non l’ho ascoltato,ne’ ricordo chi erano” i pesci piccoli”,quella frase mi piaceva e basta.I cominzianti ci toglievano il campo giochi ma non rinunciavamo mai ad un giro serale,lo spettacolo era la folla che assisteva fumando,e,per i bambini non era pericoloso.In quella Piazza ci sono passate le camionette dei celerini,manganellate,aste di finte bandiere spezzate sul lastricato e sulle schiene,fascisti,monarchici,democristiani,comunisti,ci passarono tutti.Con braghe corte guardavamo i poliziotti allineati, nascosti in fila indiana,verso lo scalone che sale al Gotico,guardavamo i manganelli,il primo poliziotto della fila lo mostrava dicendoci che all’interno c’era un anima di piombo,e dicevano a noi,bambini;sul palco arringava Clochiatti:fossero tutti come lui,ma, quelli che ascoltano sono tutti mascalzoni,poi ci domandavano se avevamo una sorella,ne avevo quattro,abitavo li vicino,ma ho sempre risposto che avevo solo due fratelli.Quel questurino era un meridionale,come il resto della fila,non so a quali donne potesse ambire.Anche se si davano botte da orbi, la Piazza era bella,bella perchè piena di gente,noi ci giocavamo in trenta o quaranta a sbarralimetro,questi erano molti,molti di piu e, si menavano,bastonavano,fuggivano,inseguiti,come in un gioco per uomini soli sanguinanti,piu’ tardi tutto tornava muto e deserto,le pietre sembravano puro argento luminescente ;la Piazza aveva ruggito.Questa mattina ho visto la Piazza,si la Piazza, finalmente piena,nell’aria odore di fumo canti e liquore,come quando ero piccolo,sembrava la liberazione nelle fortografie,o quella dei comizi che vidi appena dopo.La Piazza piena,piena,come fecondata ,finalmente,Piazza Cavalli piena di gente,con la fanfara,le grida,gli squilli di tromba,Fratelli d’Italia,gli alpini facevano l’alza bandiera,niente resistera’ al tempo,nulla si ferma in cielo o in terra ,eppure  questa fragilita’ umana rafforza la sensazione d’esistere da sempre,per sempre,in una contraddizione ben definita,come la Piazza da anni deserta, Piazza che ,questa mattina sembrava tornare immortale, e per me ,lo era.

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