Maria Campai, 42 anni, di nazionalità romena, viveva a Parma con la sorella dopo essersi separata dal marito. Lo scorso 19 settembre 2024 si era allontanata da casa con la scusa di un colloquio di lavoro, una bugia che avrebbe coperto l’incontro con una persona conosciuta online.
La sorella, Roxana, ignara della verità, si era offerta di accompagnarla a Viadana, lasciandola in un luogo appartato prima di far ritorno a Parma. Quando Maria non è più rientrata e il suo telefono è rimasto muto, la sorella ha dato l’allarme, scatenando le ricerche. Dopo giorni di angoscia, Maria è stata trovata morta il 26 settembre, gettata in un giardino, nascosto da una fitta siepe La morte risale a poche ore prima del ritrovamento.,
Un minorenne di 17 anni, di origine albanese residente nella zona, è stato fermato come principale sospettato. È l’ultima persona ad aver visto Maria viva. La sorella di Maria lo ha riconosciuto come il ragazzo che aveva visto il giorno in cui aveva lasciato la donna a Viadana.
Il medico che ha eseguito l’autopsia sul corpo di Maria Campai ha parlato di “ferocia disumana”. L’esame, infatti, ha rivelato dettagli agghiaccianti: oltre ai segni evidenti di strangolamento, il corpo e il volto di Maria presentano lesioni gravi, dovute a pugni ripetuti.
Il diciassettenne autore del delitto, infatti, pratica MMA (arti marziali miste) e ha ammesso di aver usato una presa di wrestling per strangolare Maria. Ma non si è limitato a quello, le ha picchiato violentemente la testa contro il muro del garage
Maria, che aveva lasciato alle spalle il suo passato in Toscana, dove vivevano il suo ex marito e i suoi figli, cercava un nuovo inizio.
L’indagine ha rivelato che Maria stava tentando di rifarsi una vita, allontanandosi dal passato. Tuttavia, quel tentativo di cambiare vita si è trasformato in un viaggio senza ritorno.
L’omicidio, come è stato acclarato, non è frutto di un impulso improvviso. Nei giorni precedenti il diciassettenne aveva cercato su Internet informazioni su come “uccidere una persona a mani nude”. Dopo il delitto, inoltre, ha usato il telefono di Maria per rassicurare la sorella rispondendo ai messaggi: “Sono con un uomo premuroso, torno in taxi”.
Kella Tribi
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