Ci sono nelle piccole,come nelle grandi o grandissime citta’,paesi, borghi,lande,rive,deserti.Vi sono, in tutti questi luoghi autoreferenziali centri di potere che,come l’araba fenice si rigenerano da soli,così’,per virtù’ proprie magiche,occulte ed inspiegabili.Un amico,di cui non rivelerò’ mai,mai il nome ,nemmeno sotto tortura, in questi giorni,dopo aver detto la mia, con la solita mia” lingua”, sopra uno di questi piccoli potentati, mi ha detto chiaro e tondo:tu i nemici li coltivi come le fave nell’orto,e se,se,un giorno tu ,dovessi chiedere un aiuto a costoro ti sbatterebbero giustamente la porta in faccia.L’ amico,di cui non diro’ mai,mai il nome, nemmeno sotto tortura, aveva ragione, ma, non ho voluto essere da meno di Luciano di Samosta che,quando un tiranno le porse la mano per l’usato bacio egli la morse.Nè ,ho voluto mancare verso Diogene che ,al Re a cavallo che gli chiedeva in cosa potesse essergli utile ,egli rispose:spostati, perché mi togli  il sole.E pensare che di questi giorni,proprio di questi giorni, uno scrittore spagnolo, andava professando  l’era di Dante e Platone per sempre tramontata,tramontata, ,sepolta , sotto i graffiti delle citta’.Dante e Platone vivono immortali  in un forziere lungo le rive scogliose di qualche odoroso mare del sud,aspettano solo la mano feconda di nuovi pirati che ne disperdano le ricchezze per il mondo, alla faccia dei graffiti.Perchè poi ho parlato di Dante e Platone e di pirati e di odoroso mare?Vedete  son vecchio, e mi perdo con troppa facilita’.Dunque,il mio amico,l’amico, di cui non diro’ mai ,mai il nome,nemmeno sotto tortura, mi ha consigliato maggior prudenza,circospezione,anzi, mi ha invitato di cucirmi, la bocca, quando si parla della Fondazione della cassa di risparmio di  Piacenza e Vigevano.Prudenza mi ha detto,prudenza Bruno,hai ragione Oreste,sarà’ per la prossima volta.