Giù e su.

Written By: bruno - Ago• 14•17

Stupidi questi piacentini,stupidi, non c’è una casa con l’altezza simile a quella vicina,è tutto un salire e scendere nelle altezze,un salire e scendere che la dice lunga sulla testa che hanno costoro,rimarcando il costoro con una smorfia senza disprezzo.Chi faceva la smorfia e lo diceva era un meridionale,un uomo del sud che,si rivolgeva a me credendonmi forestiero della città,lo guardai sorpreso e avrei voluto rispondere almeno per un qualche istinto d’orgoglio, invece annui,pensando fra me e me:ma guarda un po’ cosa dicono di noi questi forestieri,che cosa dicono anche quando ci sorridono, rimuginai istintivamente senza proferire parola seguendo il suo braccio che mi faceva notare la differenza fra casa e casa,il su e il giù e ,in effetti si differenziavano queste casette,spiccavano l’una sull’altra come piccole fette lungo la via,gialle rosse verdi bianche grigie,nemmeno il colore le univa l’una all’altra ma le disgiungeva quasi bandiere dai molti colori con infinite combinazioni striscianti lungo la strada a quell’ora deserta.Provai a controllare di nuovo,di nuovo guardai in alto,vero,nemmeno una della stessa altezza,nemmeno una.Chi, anche per soli venti centimetri,mezzo metro un metro due metri,una spanna,niente da fare era vero proprio vero non una,dico una uguale all’altra,iprovvisamnete dove la strada si allontanava vedo due,due case appaiate,uguali in altezza,mi parve impossibile,forse l’eccezione che confermava la regola, la regola,si la regola e la regola, quando mi avvicinai ,la regola era che mancavano tre dita dico tre dita,per questo continuo saltar di tetti con il suo su e giù,giù e su.

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