Vescovi al “Barino”.

Written By: bruno - Set• 05•15

Se le città’ d’Italia,in fondo, son tutte agglomerati di quartieri e periferie autonome,figuratevi una piccola città’,citta’ né d’Emilia nè di Lombardia, che si stende lungo le sponde di un fiume,il Po,che dicesi nei libri , il più’ grande fiume d’Italia.Piacenza, per chi non lo sapesse,una delle molte città’ con pochi diritti, in cui si ha la sfacciataggine di realizzare un festival sul Diritto (perbacco).E’ questa città’, piccola città’,dove scomparsi i quartieri e soffocata dalle periferie,si vegeta, vicino un fiume, dove ci si annega più’ nessuno tanto è trascurato,se si esclude una cassiera licenziata da un supermercato per via della crisi.Un bar al centro,proprio in Piazza Cavalli,che dovrebbe chiamarsi :”Il Barino”,non vorrei sbagliare.Un bar, che una volta,tanto,ma tanto tempo fa, era dei fratelli Veneziani e si chiamava,manco a dirlo: “Veneziani”.Ebbene sotto i portici ,per chi vi passa, vede qualche immagine dipinta di Piacenza,quadri,signori,sì,proprio quadri quadri,tutti dipinti ad olio,non qualche rompicapo didascalico desideroso di cambiare il mondo ,per dirla con Bonito Oliva,non un subblime “nervoso” tappeto di vetri infranti, che ricordano le vostre sconfitte,no , quadri,proprio solo quadri,che è il modo più’ incomprensibile per dire ancora oggi qualche cosa,e proprio questa loro palese anacronistica incomprensibilità’,è proprio per questo loro essere come figurate sfingi,che si fanno ancor più attraenti , misteriosi.Pittura per pittura,colore per colore,arte per arte,senza parole,senza letteratura,arte che non desidera né educare né cambiare il mondo,ma essere sé stessa,millefoglie di pennellate spatolate,spazi immensi in piccole superfici,tenui metamorfosi del colore che sfumano di cilestrino e viola e azzurro,una Piazza ,un luogo,qualche cosa che sembra quella cosa,ma fatto con artificiale industriale colore.Qualche cosa di strutturalmente “altro” coperto e stratificato,di gemello,di sovrapposto che infine da,l’immagine che crediamo di vedere,l’immagine ,come quella che Dio ci ha dato,e che ci sprofonda nel più fitto mistero,fossimo solo la nostra figura per capirci,avremmo risolto gran parte dei nostri non piccoli problemi.Enzo Vescovi,un vecchio “piacentino” di Capo D’Istria,che vive a Torino oltre che a Piacenza, pittore che dipinge da tanto tanto tempo, dimenticato,incompreso,o stupidamente compreso al volo,non guardato, osservato e si potrebbe aggiungere poco amato,ma che ,l’attuale proprietario del bar ha esposto e messo in rilievo,con i suoi azzurri e ocre , in vetrina,se non siete instupiditi dal pregiudizio andatelo a vedere.Arte per arte,che non desidera assolutamente cambiare il mondo,come la faccia di vostra moglie che vedete tutte le sere da anni e non siete mai riusciti a cambiare.Tanto, Bonito Oliva,vi tromba,incassa, e lascia il modo per quello che è,come quello di vostra moglie,disseminato di “nervosi” vetri rotti.

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