Taglio all’Umberto n 23

Written By: bruno - Gen• 13•13

Un cane che si morde la coda, e sono in tanti a mordersela, non ultimi anche libroni a stampa dell’Istituto Enciclopedico Italiano. Difatti nel volume 8 – Comuni d’Italia “Emilia-Romagna” edito nel 2001 il curatore che ha firmato l’opera, chissà come chissà perché, ha inserito delle cose storiche e descrittive erratissime. Ma quando questi Istituti spendono fior di quattrini per queste opere che dovrebbero (almeno sulla carta) essere felicissime e degne di fede in ciò che riportano, non fanno serie e mirate verifiche? Ricerca? Studio? Anche perché è il loro “lavoro”.  Perché diffondo dati sbagliati che ignari lettori e studenti prenderanno per assodato, mentre così non è?

Ad esempio dalla pagina 264 citando il nostro Calendasco riportano che nel XV secolo il castello era degli Arcelli e che poi passò ai Confalonieri, mentre sappiamo bene (parlo con carta che canta!) che i Confalonieri sicuramente sono feudatari dall’inizio del 1400 e per ben due secoli!

E poi si legge che il castello ha “quattro torri angolari”. Miopia allo stato puro! La torre è una e per di più cilindrica! La conformazione architettonica del castello non permette altre torri e manco ce né nessuna traccia, ciò è dovuto al tipo di maniero che venne addossato nel XII secolo al ricetto che nientemeno è del secolo XI. Tralascio di ricordare che il ricetto fu purtroppo anch’esso sempre considerato come “castello” (anche qui rimane un mistero il perché!), difatti che ha mai visto un castello con due entrate levatore?  Trenta anni fa era ancora visibile anche se ormai in diroccamento, la piccola torretta sul lato nord-ovest del ricetto. A proposito, avviso ai naviganti, circa il ricetto anche qui carta canta! Fra un po’ apriremo una ferramenta con tutte le robe da chiodi che stiamo raccogliendo… Umberto Battini

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