Rivergaro: il bello del rutto.

Written By: bruno - Ago• 29•16

E’ davvero sorprendente andar in provincia di una città di provincia,forse nemmeno città come Piacenza.Se uno va a San Polo c’è una piazza,una piazza,si fa per dire, che anche il prete,nemmeno il prete ,avvezzo al perdono,se l’è sentita di benedire,se un altro va a Caorso,Dio ci scampi c’è una piazzuola da Biancaneve (Cinderella) e i sette nani,con una rocchetta tutta calicinata nuova nuova,con palle di marmo e bare nere nere sparse attorno all’acciottolato triste.Ma, andar per Rivergaro in altra valle,andare a Rivergaro e vedere un convitato d’ottone,d’ottone nuovo nuovissimo ,che non sarebbe stato nemmeno pensato dal peggior regista del mondo ,al posto di un qualsiasi peggior convitato di pietra mozartiano è,per omissione, l’ultima sosta di questa laica s’intende, via crucis.Guardarlo e vederlo ,vederlo e azzopparsi e cadere,cadere con il cuore infranto è una botta mortale infallibile,una fitta al cuore, uno schiaffo all’indifeso viso, uno sputo in faccia.Infatti, a Rivergaro,la bellezza del rutto s’esprime al meglio,infatti, quell’ottone volgare ,un tempo fu statua ora ex nuovo, di Secondo Tizzoni bello,si ,ridotto al bello bellissimo da mano ignota,bello come un rutto.Tuttavia,tuttavia il raglio apprezza questi prodigi e si esprime, come sogliono ragliare il loro contento chi raglia agitando la pelosa coda, mentre, squittisce la femminile cutrettola e scodinzola sculettando nella festosa stalla .Anche nel più sperduto paese ,come si evince, non sempre il bello trionfa,spesso trionfa ,solo il delitto.

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