Non a Davos.

Written By: bruno - Set• 17•22

– Non a Davos, non sul Britannia ma a Seeboden modesto paesino austriaco sulla riva del lago di Millstatt ; la gente lì convenuta non potenti della terra ma studenti, professori, normali cittadini provenienti da varie parti d’Europa, lì nell’agosto del 1950 per uno stage , per cominciare a verificare la possibilità futura di costituire una Europa di popoli , iniziative volute da De Gasperi.. Alla mattina, lezioni, discussioni messa insieme delle diverse weltanschaung( visioni del mondo) non per appiattirle ad un unica visione ma per coglierne la molteplicità, la ricchezza. Per un mese io troppo piccola per parteciparvi direttamente captavo comunque l’atmosfera serena ,vitale di tutti compresa la mia famiglia partecipante allo stage. Nel pomeriggio un prof. di lettere classiche di un liceo a Stoccarda : prendeva me e suo figlio Ulrich (noi unici bambini presenti ) ed a me insegnava i primi elementi di tedesco, al figlio l’ italiano passando talora dal latino per la coniugazione di certi verbi. Dalla lontana esperienza avevo fissato il concetto di :Unione Europea = luogo dove poter fare emergere e condividere le specificità delle varie nazioni, Ma colpo dopo colpo nei vari anni ho constatato come la realtà sia andata sempre più immiserendosi , sempre meno i popoli contavano, Anni dopo anni fino ad oggi dove la ricchezza umana è presso a ché perduta , vige quasi prepotentemente il pensiero unico di chi si trova al potere .Gli stati sono oppressi da imposizioni non in sintonia con le esigenze delle popolazioni e delle locali produzioni. L’Europa così è in agonia. Chi la governa vuole solo azzerarne la molteplicità di pensiero dei popoli. Capisco come per non morire l’Inghilterra abbia scelto la attuale strada della Brexit . Forse siamo al punto che proprio per amore dell’Europa come unione di popoli non sopraffazione nel caso nostro dell’ Italia, si debba pensare a “Reculer pour mieux sauter” nel futuro.

Paola Mars.

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