Moishe Segal.

Written By: bruno - Nov• 13•14

Marc Chagall ,oppure,Moise Segal alias ,Mark Zacharovic Sagalov,1887-1958,l’ho visto a Roma,qualche anno fa .N0n mi è piaciuto,anzi penso che, l’ultima pittura rimasta in questi giorni sia figlia sua,ed è roba brutta,brutta, come quella di questi giorni.Brutta,come è in gran parte la produzione di questo pittore,i grandi mazzi di fiori, con i suoi paesaggi,aprono la strada a tanta pittura per signorine di buona famiglia.Vi sono, è vero ,immagini sognate,con il loro dentro di ventre, in intensi blu e gialli oro,lune e paesaggi russi neri.Vi è ,ed è vero, un mondo immaginato,fantastico, tipico di una natura ricca come quella ebraica,ma, il suo effetto rimane sordo,chiuso,compresso,stipato stentato.pittura di oggi,forse meglio dire, di ieri,che ,l’oggi si nutre del ieri,nonostante l’apparente e stra- abusata “modernità'”.Un sacco di parole si sono confezionate su questa,come altre pitture,e,sono le solite,le solite parole.Nel suo carattere metallico,nel tono, a volte freddo e gelido dei suoi sogni,non ritroviamo il sangue del racconto ebraico che, ama quasi sempre ,svolgersi pervaso da un umanità’ pensosa ed ironica.Chagall vi partecipa per enigmi ossessivi e,  ripetitivi,sintesi, che non sempre penetrano in occhi pervasi dal Mediterraneo.

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