A Piacenza c’è una collezione,una collezione d’arte moderna,come si diceva allora (oggi dell’ottocento), comprata costruita secondo i gusti di Ricci Oddi.Ricci Oddi,un collezionista come ce ne sono stati in tutti i tempi e,in tutti i tempi alla loro morte,credettero di poter lasciare alla loro città un patrimonio,quel patrimonio che hanno accresciuto,sudato e ,sopratutto pagato di tasca propria.Fin qui niente di male,anzi si pensava,pensava Ricci Oddi di fare un gran bene alla città tutta donando la sua collezione.Tutto questo fino all’altro ieri,l’altro ieri, quando la Fondazione di Piacenza e Vigevano ,allora a guida democristiana decise di acquistare un palazzo posto proprio accanto,oggi detto Palazzo ex Enel(ci andavo a pagare le bollette della luce),Palazzo confinante con la galleria per poter così, dopo la sua ristrutturazione allargare la collezione dell’ottocento che,nel frattempo si era arricchita di altri contributi artisici i quali per mancanza di spazio vennero posti in cantina,o meglio, posti in un deposito ,in attesa della loro resurrezione.Questo fino all’altro ieri,l’altro ieri,quando la Fondazione era in mano ad un gruppo politico diverso da quello di oggi.Infatti,infatti il problema sta proprio nel gruppo politico che gestisce i soldi pubblici della Fondazione per quel che riguarda le loro finalità ed il loro uso definitivo.E che oggi, l’arte,”l’arte” ufficiale non sia più concepita come quella di ieri è lapalissiano,oggi basta il concetto (la mossa),la sua povertà di espressione ,quando non la provocazione per esprimere una non arte,o un arte morta (ma ricca di intenzione) , o morte dell’arte come dicono i sacerdoti di quel pensiero(Argan).Se ieri i sacertoti dell’arte erano diversi lo si deve ad un viaggio a ritroso nel pensiero dell’uomo,infatti oggi basta il pensiero (la mossa),il resto si commenta da sé.Morto un papa se ne fa un altro e,il papa di oggi, quello della Fondazione,è a conduzione di sinistra per cui vorrebbe varare in quella sede un programma “laboratorio” ,dove il concetto del papa di ieri viene surclassato,direi cassato bollato,storicizzato, come non arte o arte morta, che fa il paio con la morte dell’arte di oggi.Insomma da qualunque lato si guardi l’arte è morta, quella di ieri come quella di oggi,per cui occorre un soggetto critico meglio se straniero,ci sono i contributi.Infatti sarà il soggetto critico,solo il soggetto critico a decidere cosa è più morto,cosa non respira più ma sopratutto cosa, in questi morti corpi possa esalare per putrefazione un qualche concetto utile.Sia esso povero o altamente concettuale.Ora, che il nuovo,la nuova dirigenza voglia fare di questo progetto,il suo progetto laboratorio è esplicito e visto che,i soldi,quei soldi sono pubblici ma, il soggetto politico può spenderli come desidera senza tante manfrine,può dunque spenderli e anche depauperare,per dimagrimento un “patrimonio” forzatamente nascosto della vecchia collezione,mettendolo addirittura in asta ,essendo fra l’altro, matreriale dichiaratamente senza valore ,per cui mi domando e domando,visto che questo resto della galleria Ricci Oddi è dichiarato farlocco, che guadagno ci sarebbe nel venderlo?Ma sopratutto, che compratori potrebbe trovare?Compratori pronti nello spendere sulla spazzatura se non l’IREN?
L’Iren e la Ricci Oddi.
Written By: bruno
-
Mar•
07•19
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