Le perle nere di Kella

Written By: bruno - Dic• 21•20

Luigia Manfrini Farnè, al secolo Luisa Ferida, fu una delle più acclamate dive cinematografiche del periodo del ventennio fascista. Nata a Castel San Pietro Terme, Bologna, dotata di eccezionale bellezza, dopo alcune esperienze teatrali, esordì nel cinema interpretando numerosi film, che le procurarono i consensi della critica e del pubblico, grazie al talento drammatico e alla recitazione intensa ed espressiva

Il vero successo, tuttavia, giunse tra il 1937 ed il 1938, quando recitò accanto al celebre Amedeo Nazzari. Nel 1939 interpretò il film “Un’avventura di Salvator Rosa”, sul cui set incontrò Osvaldo Valenti, un fascinoso attore di successo, cui si legò sentimentalmente.
L’incontro con Osvaldo Valenti segnò un felice sodalizio sentimentale ed artistico per la Ferida,
ma il dramma era ormai alle porte

Se durante gli anni del regime Osvaldo Valenti e Luisa Ferida non avevano aderito in maniera manifesta al fascismo, dopo l’Armistizio dell’8 settembre del 1943 entrambi i divi furono tra i pochissimi ad aderire alla Repubblica Sociale Italiana, partendo entrambi alla volta di Cinevillaggio, la struttura per la produzione cinematografica, sorta su iniziativa del Ministero della Cultura Popolare della Repubblica Sociale Italiana, come alternativa al complesso romano di Cinecittà.
A Cinevillaggio, presso Venezia, la Ferida e Valenti nel 1944 girarono il loro ultimo lungometraggio dal titolo ”Un fatto di cronaca”

Nella notte del 30 aprile del 1945, dopo un processo sommario in cui Luisa Ferida era stata accusata di collaborazionismo, a soli 31 anni cadde vittima di una raffica di mitra a Milano, insieme ad Osvaldo Valenti.
Mentre fronteggiava il plotone di esecuzione, Valenti aveva tentato di scherzare con lei ricordandole che era il momento di provargli sul serio che lo avrebbe seguito fino alla morte, così come aveva promesso di fare tante volte nei momenti di passione.

Più tardi lo stesso responsabile dell’esecuzione materiale dell’attrice, Giuseppe Marozin, ebbe a dichiarare che la donna era estranea ai fatti, e che la sua morte fu semplicemente dovuta all’essere la compagna di Osvaldo Valenti.

Calava così tragicamente il sipario su di un’artista che era stata una stella del cinema italiano dei telefoni bianchi, la cui unica colpa era probabilmente stata il seguire il suo compagno fino alla fine.

Kella Tribi

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