Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Mag• 24•25

Flavia Mello Agonigi, 54 anni, era scomparsa nella notte tra venerdì 11 e sabato 12 ottobre 2024.‍ La donna era uscita dalla sua casa di Pontedera, nel Pisano, per recarsi alla discoteca “Don Carlos” di Chiesina Uzzanese, ma non aveva mai fatto ritorno. Il marito Emiliano Agonigi, preoccupato, la mattina seguente aveva denunciato la sparizione della moglie, facendo scattare le ricerche e le indagini della Polizia.
La Agonigi era una cittadina italiana originaria del Brasile. Il successivo 24 ottobre il cadavere della vittima è stato ritrovato in una cisterna della cantina di un’abitazione nella zona di Sant’Ermo, una frazione in provincia di Pisa.‍ Poche ore prima, a poca distanza dallo stesso luogo, era stata rintracciata anche l’auto della donna.
Contestualmente al ritrovamento della vettura, la Polizia aveva fatto visita all’uomo residente nell’abitazione: Kristian Emanuele Nannetti, 34 anni, un disoccupato che si adoperava saltuariamente come meccanico. Davanti agli agenti che lo sospettavano di essere coinvolto nella scomparsa della cinquantaquattrenne, Nannetti ha confessato di averla uccisa per poi condurre i poliziotti alla cisterna dove aveva occultato il corpo
L’uomo è stato fermato dalla Squadra Mobile con le accuse di omicidio volontario e occultamento di cadavere.‍ Nannetti e la cinquantaquattrenne erano entrati in contatto attraverso un sito di incontri e si conoscevano da circa due anni. Secondo quanto ha riferito il meccanico, lui e la vittima avevano concordato un appuntamento, poi nel corso della notte i due avrebbero avuto una colluttazione: lei lo avrebbe preso per il collo e il trentaquattrenne le avrebbe spaccato una bottiglia in testa.
La lite sarebbe avvenuta per soldi, in seguito ad una prestazione sessuale. Nannetti successivamente avrebbe afferrato un coltello e l’avrebbe colpita almeno quattro volte, alla spalla e all’addome. L’omicidio sarebbe avvenuto nella casa dell’uomo a Sant’Ermo. Dopo averle tolto la vita, ha avvolto il cadavere in una coperta per poi trasportarlo in cantina e gettarlo nella cisterna.‍
Nell’udienza di convalida del fermo, Nannetti avrebbe ribadito la sua confessione, invocando la “legittima difesa” perché la donna avrebbe tentato di soffocarlo e lui avrebbe reagito: “Mi sono difeso da lei con quello che ho trovato”. Il giudice per le indagini preliminari, pur non ravvisando il pericolo di fuga, ha disposto la permanenza in carcere del trentaquattrenne per il pericolo di reiterazione del reato.‍ E’ accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere.

Kella Tribi.

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