Le. perle nere di Kella
Written By: bruno
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Feb•
22•25
Massacrata di botte e uccisa a mani nude dal marito in casa sua mentre i figlioletti erano nell’altra stanza e poi vegliata per 7 ore dall’uomo, il 48enne Massimo Malavolta. Così è morta Emanuela Massicci la 45enne vittima di femminicidio trovata senza vita il 19 dicembre 2024 nell’abitazione di famiglia a Ripaberarda, in provincia di Ascoli Piceno.
A scoprire il corpo, in una stanza chiusa a chiave dal marito Massimo Malavolta, che nel frattempo si era provocato delle lesioni col coltello, sono stati i soccorritori fatti entrare dai bambini. Quel giorno i piccoli avevano la recita di Natale, lo ricorderanno come quello in cui il padre ha ucciso la madre.
Dai risultati degli accertamenti post mortem condotti dal medico legale, è emerso che Emanuela aveva lividi su ogni parte del corpo come se fosse stata picchiata selvaggiamente a lungo fino al decesso. La morte sarebbe avvenuta circa sette ore prima della chiamata del marito ai genitori per avvertirli e quindi del rinvenimento del cadavere. Emanuela Massicci, quindi sarebbe morta la sera del 18 dicembre prima che il marito avvertisse il padre con una telefonata alle 5,30 del giorno dopo.
All’arrivo dei primi soccorsi sul posto, la vittima giaceva nella stanza da letto dell’abitazione come se fosse stata ricomposta
Il marito invece era in stato di shock, ferito e sanguinante dai polsi dopo essersi tagliato le vene. In casa nelle altre stanze vi erano i figli della coppia di 11 e 12 anni.
L’uomo è stato arrestato in flagranza di reato e deve rispondere di omicidio volontario aggravato dal legame familiare ma è stato trasportato subito in ospedale dove è stato intubato e ricoverato in terapia intensiva. Il Gip ha convalidato per lui l’arresto e la custodia cautelare in carcere negando i domiciliari anche se l’uomo rimane piantonato all’ospedale Mazzoni perché non è trasportabile.
La sua legale ha presentato una “relazione psichiatrica” redatta in passato per
Massacrata di botte e uccisa a mani nude dal marito in casa sua mentre i figlioletti erano nell’altra stanza e poi vegliata per 7 ore dall’uomo, il 48enne Massimo Malavolta. Così è morta Emanuela Massicci la 45enne vittima di femminicidio trovata senza vita il 19 dicembre 2024 nell’abitazione di famiglia a Ripaberarda, in provincia di Ascoli Piceno.
A scoprire il corpo, in una stanza chiusa a chiave dal marito Massimo Malavolta, che nel frattempo si era provocato delle lesioni col coltello, sono stati i soccorritori fatti entrare dai bambini. Quel giorno i piccoli avevano la recita di Natale, lo ricorderanno come quello in cui il padre ha ucciso la madre.
Dai risultati degli accertamenti post mortem condotti dal medico legale, è emerso che Emanuela aveva lividi su ogni parte del corpo come se fosse stata picchiata selvaggiamente a lungo fino al decesso. La morte sarebbe avvenuta circa sette ore prima della chiamata del marito ai genitori per avvertirli e quindi del rinvenimento del cadavere. Emanuela Massicci, quindi sarebbe morta la sera del 18 dicembre prima che il marito avvertisse il padre con una telefonata alle 5,30 del giorno dopo.
All’arrivo dei primi soccorsi sul posto, la vittima giaceva nella stanza da letto dell’abitazione come se fosse stata ricomposta
Il marito invece era in stato di shock, ferito e sanguinante dai polsi dopo essersi tagliato le vene. In casa nelle altre stanze vi erano i figli della coppia di 11 e 12 anni.
L’uomo è stato arrestato in flagranza di reato e deve rispondere di omicidio volontario aggravato dal legame familiare ma è stato trasportato subito in ospedale dove è stato intubato e ricoverato in terapia intensiva. Il Gip ha convalidato per lui l’arresto e la custodia cautelare in carcere negando i domiciliari anche se l’uomo rimane piantonato all’ospedale Mazzoni perché non è trasportabile.
La sua legale ha presentato una “relazione psichiatrica” redatta in passato per un precedente caso di stalking. Nei documenti sarebbe evidenziata la presenza di “disturbi significativi” di natura psichiatrica ma al momento però non sono serviti per evitargli il provvedimento cautelare
precedente caso di stalking. Nei documenti sarebbe evidenziata la presenza di “disturbi significativi” di natura psichiatrica ma al momento però non sono serviti per evitargli il provvedimento cautelare
Kella. Tribi
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