Il giorno che Simona ha rovinato la vita della famiglia Floridia, è il 16 settembre 1992. È stato un mercoledì come gli altri, salvo che la sera, Simona, diciassette anni, figlia di Salvatore e Luciana, non è tornata casa. Gli amici l’avevano incontrata come di solito, in piazza, a Caltagirone, l’avevano vista salire in sella allo scooter dell’amico del suo ex, Andrea Bellia e da allora niente. Lui l’aveva lasciata davanti a un bar 15-16 minuti dopo. Cos’era successo, poi? Chi aveva incontrato? Cosa aveva fatto? Aveva preso un treno per sparire per sempre? Simona finisce a Chi l’ha visto, le segnalazioni di avvistamento non si contano. Le indagini vanno avanti, ma arriva, inesorabile, il giorno in cui qualcuno decide che non la ritroveranno e il fascicolo finisce in archivio. Non per i Floridia, che come ogni famiglia segnata da una scomparsa, iniziano una vita da detective, a studiare i documenti, a cercare ovunque. Un lavoro che paga, perché molti, ma molti anni dopo, una registrazione presente nel fascicolo imprime la cosiddetta ‘svolta’ al caso. “L’ha fatta sparire”. A parlare è l’ex ragazzo di Simona, il soggetto invece è l’amico Andrea Bellia, quello che la sera aveva caricato Simona in scooter per un passaggio. È lui che l’ha fatta sparire. La registrazione, ripescata 26 anni dopo, è datata 1993, un anno dopo la scomparsa della ragazza. L’indagine avrebbe potuto avere tutt’altro corso. Freschi, i fatti avrebbero presentato il loro contorni reali e non quelli, opachi e sbiaditi dalla coltre del tempo. Avrebbero raccontato molto. Eppure l’ipotesi, oggi come allora è che qualcuno abbia portato via Simona. Quel qualcuno è Bellia, che secondo l’accusa, quella sera avrebbe portato Simona al promontorio di San Giorgio e lì, dopo una discussione, l’avrebbe fatta ‘sparire nel dirupo’. Anche senza il corpo di Simona, Andrea Bellia è stato condannato in primo grado a 21 anni di carcere. Dopo oltre 30 anni dai fatti.
Kella Tribi
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