“C’è un gatto che miagola dentro una 127 in viale Pola”. Al metronotte in servizio la sera del 29 settembre 1975, a Roma, la voce di Donatella Colasanti, rinchiusa dentro il portabagagli dell’auto insieme al cadavere della sua amica, Rosaria Lopez, non era neanche sembrata umana. Fu una sorpresa e uno shock, una volta aperto il portellone scoprire chi c’era veramente dentro quell’auto. Donatella, nuda e sanguinante, venne abbagliata dal flash di una macchina fotografica, di fronte il capannello di curiosi. Era viva, era sopravvissuta alle sevizie e alle torture di tre piccoli criminali della Roma bene che giocavano a fare Arancia meccanica, era stremata e sconvolta, ma da quel momento in poi le spettava la seconda vera prova dopo le 36 ore di violenza nella villa del Circeo. La vera prova, quella più difficile sarebbe stata dimostrare a tutti di essere la vittima. Di non essersi messa nelle mani del lupo, di non essere stata sprovveduta, irresponsabile, di non aver provocato. Più di ogni altra cosa, essendo una giovane donna di estrazione popolare contro tre ricchi pariolini, da quel momento in poi avrebbe dovuto dimostrare a tutti di non essersi consegnata a quell’incubo, accettando l’appuntamento con Izzo, Ghira e Guido, per la smania di migliorare la sua condizione sociale. Di non essere finita nelle mani di tre sadici torturatori e assassini, per rincorrere il sogno di una vita migliore. L’arrivismo sociale vero o presunto, agli occhi dell’opinione pubblica di quegli anni, pareva ancora più grave del massacro messo a segno dai tre. Dal ricovero in ospedale fino alla sentenza, a Donatella Colasanti, 23 anni, sarebbe stato chiesto tutto e il suo contrario. Uno sforzo titanico per una donna spezzata nel corpo e nell’anima. Muore il 30 dicembre 2005 all’età di 47 anni per tumore al seno.
Oggi Andrea Ghira “dovrebbe” (nulla si sa di certo) essere sepolto in Marocco, Gianni Guido dal 2009 e tornato libero per buona condotta, Angelo Izzo sta scontando due ergastoli nel penitenziario di Velletri
Questo, oltre la violenza, è stato il Circeo.
Kella Tribi
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