Una famiglia borghese: lui, ex oculista e medico sportivo, lei ginecologa. Due figli adulti, la casa a Bologna, gli amici, le vacanze. Da un po’, però, Giampaolo Amato, 64 anni, era diventato sfuggente. La prova che qualcosa non andasse, per Isabella Linsalata, era arrivata con quegli Screenshot inviati da una sconosciuta contenenti chat di natura intima tra Giampaolo e quest’ultima.
Ma il sospetto – poi diventato certezza – di una relazione, non era l’aspetto più preoccupante della vicenda. Da molti mesi Isabella aveva cominciato a diffidare di quelle tisane amare preparate dal marito che la facevano sentire rallentata, stanca, confusa. E poi quell’incidente assurdo in un parcheggio, dove aveva tamponato per essersi addormentata al volante.
Di tutto questo Isabella aveva parlato alla sorella e a due amiche, alle quali aveva promesso di verificare. Un esame di laboratorio aveva rilevato nelle sue urine tracce di benzodiazepine. Suo marito la stava sedando, ma Isabella aveva detto alle sorelle e all’amica che sarebbe rimasta con lui. Accettare che il proprio matrimonio stia finendo può essere difficile, ma accettare di essere avvelenata dall’uomo di cui ci si fida, pare quasi impossibile. Non per chi è coinvolto.
Così venne alle sorelle e all’amica di Isabella, dopo una cena, l’idea di portar via la bottiglia del vino che aveva bevuto quella sera Isabella e farla analizzare. Dopo la conferma. Isabella allontanò il marito dal letto nuziale, ma dentro a quel letto, purtroppo, venne trovata senza vita la mattina del 31 ottobre 2021. Nel suo corpo tracce di un anestetico e di un sedativo. Giampaolo Amato venne arrestato con l’accusa di omicidio. Qualche tempo dopo anche nel corpo della giovane amante vennero trovate tracce di benzodiazepine.
Il 16 ottobre 2024 Giampaolo Amato viene condannato all’ergastolo

Kella Tribi