Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Gen• 13•24

Angelina Zampieri nacque il 28 dicembre 1898 a Visome di Belluno, in una povera famiglia di mezzadri originari di Polentes, trasferititisi lì in cerca di lavoro. Il lavoro però scarseggiava, così alcuni parenti in Francia, per alleggerirli economicamente, si offrirono di ospitare Angelina e farla studiare, così visse in Francia alcuni anni e frequentò con ottimi risultati la scuola.
Nel 1910 ritornò in famiglia, ma nel frattempo la situazione economica si era fatta ancora più difficile. Nel 1912 fu pertanto costretta a ripartire, assieme a una folta schiera di ragazze che dalla Valbelluna e dal Cadore confluivano nella città di Trento per essere impiegate nel lavoro dei campi o come domestiche: erano le cosiddette “ciòde”.
Angelina fu assegnata come domestica in casa di un falegname 70enne vedovo, Bartolo Moggioli, abitante a Povo. Svolse il suo lavoro con molto impegno e diligenza, ma ben presto si accorse che il falegname si era invaghito di lei. Si sentì in pericolo e così, nonostante le insistenze dell’uomo affinché rimanesse, riuscì ad andarsene e a trovare lavoro a Trento città.
Il falegname iniziò a scriverle lunghe lettere, a inviarle doni e ad appostarsi nelle vicinanze della sua abitazione. Fino a che, il 23 luglio 1913, mentre Angelina si era recata al fiume per lavare il bucato, riuscì ad avvicinarla e a chiederle nuovamente di tornare da lui.
Dopo il suo ulteriore rifiuto, la rincorse fino a casa, e prima che salisse le scale infierì su di lei con diciassette coltellate. Poi prese dalla tasca una rivoltella e si sparò un colpo alla tempia.
Angelina venne portata in ospedale, dove spirò, a soli quattordici anni, il 24 luglio 1913 La madre, avvisata con un telegramma, non riuscì ad arrivare in tempo per vederla viva.
Il 13 febbraio 1972 le sue spoglie furono traslate dal cimitero di Trento a quello di Limana, e deposte in una tomba ricavata nel basamento della grande croce centrale.
Qualche anno dopo la sua tomba fu violata e le sue spoglie trafugate da alcuni vandali. Di questa giovane emigrante martire, che visse gran parte della sua breve vita lontana dagli affetti familiari e fu vittima di un uomo accecato dall’“amore” per lei, può rimanere solo il ricordo.

Kella Tribi

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