Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Dic• 23•23

Giulia Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò era una nobildonna nata a Palermo nel 1877, figlia della principessa Giovanna Filangeri di Cutò e del conte Lucio Mastrogiovanni Tasca. Fu uccisa dal barone Vincenzo Paternò del Cugno il 2 marzo 1911 a Roma.‍
Appena maggiorenne, sposò il conte Romualdo Trigona dei principi di Sant’Elia, con il quale ebbe due figlie. La stabilità del matrimonio fu compromessa negli anni successivi quando la nobildonna scoprì che il marito la tradiva con un’attrice. Nel 1909 a Palermo, la contessa Giulia incontrò un tenente di cavalleria, il barone Vincenzo Paternò del Cugno, di due anni più giovane di lei. Con lui iniziò una relazione tormentata dal carattere violento e geloso del tenente
Il marito avrebbe voluto scacciare la moglie di casa ma non lo fece per salvare le apparenze. Una situazione a cui non volle sottostare la contessa che maturò l’intenzione di separarsi definitivamente da Romualdo. Ai tempi tuttavia non era possibile divorziare.
Paternò le consigliò di affidarsi a suo cognato, l’avvocato Serrao, nella speranza di liberarsi dal vincolo coniugale. Nel frattempo però Giulia e il marito dovettero lasciare Palermo per trasferirsi al Palazzo Quirinale di Roma. Sarebbe stata addirittura la regina Elena a chiedere il trasferimento nel tentativo di salvare il matrimonio.
La nobildonna però decise di lasciare sia il marito che l’amante. Paternò non accettò tale epilogo e accusò Serrao di aver tramato alle sue spalle, facendo in modo che la contessa entrasse in conflitto con lui nella convinzione che il cognato si fosse invaghito di lei.
Non rassegnandosi, il barone pianificò un ultimo incontro con Giulia nel pomeriggio del 2 marzo 1911 all’Hotel Rebecchino di Roma. Lì, all’interno di una camera, l’uomo le tese un agguato, uccidendola a coltellate. Dopodiché l’omicida tentò di suicidarsi, sparandosi con un colpo di pistola alla testa. Nonostante la grave lesione riportata al capo, riuscì a sopravvivere.
L’episodio fu considerato il primo femminicidio raccontato dalle testate giornalistiche italiane. Il 28 giugno 1912 Paternò fu condannato all’ergastolo per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Nel 1942, tuttavia, lasciò il carcere in seguito alla grazia ricevuta dal Re su richiesta di Mussolini.‍

Kella Tribi

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