Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Nov• 11•23

Anastasia Alashri era arrivata a Fano da Kiev, allo scoppio della guerra, insieme al marito Moustafa Alashri, egiziano 42enne e al figlio della coppia di due anni.
La giovane lavorava in un ristorante di Fano, La Peppa.
Negli ultimi mesi a causa di un rapporto sempre più conflittuale col marito, aveva manifestato la volontà di separarsi. L’11 novembre 2022, la donna si rivolge ai Carabinieri per denunciare vessazioni da parte del marito e decide di lasciare la propria casa per rifugiarsi in quella di un amico e collega di lavoro.
E’ stato questo suo amico a chiamare i Carabinieri di Fano dopo che Anastasiia aveva deciso di rientrare a casa per prelevare degli effetti personali e non era rientrata. Da lì sono scattate le ricerche che hanno permesso di rintracciare l’uomo alla stazione ferroviaria di Bologna. Una volta in stato di fermo, è stato lui a fornire alcuni elementi grazie ai quali è stato ritrovato il cadavere della giovane nelle campagne di Fano e una borsa con degli indumenti da donna e due ‘armi bianche’ (coltelli)
Il 42enne Moustafa Alashri, con doppio passaporto egiziano e ucraino, è stato arrestato dopo una breve fuga e ora è rinchiuso nel carcere di Bologna dopo che il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il suo arresto a seguito dell’interrogatorio di garanzia.
Moustafa rischia l’ergastolo. Prima udienza del processo il 17 gennaio 2024.
Secondo i pm, l’uomo dopo il delitto avrebbe agito lucidamente e avrebbe cercato di depistare le indagini, non solo occultando il cadavere, ma ad esempio gettando via in diversi punti delle armi da taglio e del cellulare di lei, e infine tornando a lavorare.
“L’ho uccisa io ma non potevo lasciare il corpo in casa. Dovevo anche continuare il giro delle consegne col furgone della pasticcieria”, è la confessione shock che avrebbe rilasciato il marito di Anastasiia Alashri

Kella Tribi

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