Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Ott• 07•23

Stefania Gambadoro è una avvocatessa civilista, è bella, spigliata, di successo. Ha poco più di trent’anni quando conosce Luigi De Domenico, commerciante di Messina, l’uomo che fa per lei, o almeno così crede. Nel 2005 dalla loro unione nasce un figlio, ma la loro storia muore poco dopo. Stefania non si perde d’animo, si dedica anima e corpo al lavoro e al suo bambino finché non comincia ad accusare i sintomi di un male che non riesce a decifrare. Perde peso, è sempre più stanca e debilitata, ma i medici che consulta non riescono a indirizzarla verso la giusta cura. La diagnosi iniziale è anoressia, poi leucemia, poi entrambe vengono sconfessate. E Stefania peggiora, inesorabilmente. Sotto gli occhi del suo bimbo e di sua sorella Silvia, che la segue e la assiste, si spegne ogni giorno di più, finché, alla fine, arriva la diagnosi: sindrome da immunodeficienza acquisita. Hiv. È troppo tardi ormai, Stefania, ridotta all’ombra di se stessa, muore nel 2017, lasciando il figlio orfano. La famiglia è sconcertata. Possibile che nessun medico sia riuscito ad arrivare alla giusta diagnosi? A darle la possibilità di curarsi? E poi, dove può essersi contagiata? Stefania ha avuto solo due relazioni. Poi un giorno Silvia la sorella riceve una lettera. “Non cercare altrove”, scrive una donna che vuole restare anonima. Silvia si mette al lavoro con i suoi avvocati per cercare una risposta e quello che scopre è che, tra il 1990 e il 2019, cinque donne che avevano avuto una storia con Luigi De Domenico sono poi risultate sieropositive. Due sono morte di hiv. Una è Stefania, l’altra è la prima moglie di De Domenico, morta nel 1991. Proprio lui, Luigi, il suo ex cognato, il padre di suo nipote, una persona per bene. Proprio lui aveva nascosto la propria malattia, condannando a morte la povera Stefania. Da quel momento Silvia ingaggia una vera e propria battaglia legale contro De Domenico e contro i medici che hanno assistito sua sorella senza riuscire a diagnosticarle l’Aids. Dopo quattro anni e mezzo, grazie alla tenacia e alla volontà di Silvia, la Corte d’Assise di Messina ha condannato a 22 anni Luigi De Domenico per l’omicidio volontario di Stefania e per lesioni personali gravissime. Aperta e con un finale ancora da scrivere resta la vicenda in cui sono coinvolti invece i medici.

Kella Tribi

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