Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Set• 03•19

Verzeni nacque a Bottanuco (Bergamo) l’11 aprile del 1849 Figlio di contadini, padre alcolizzato e madre epilettica, alla giovane età di 21 anni sale agli “onori” della cronaca rapendo una quattordicenne, certa Giovanna Motta. Il suo cadavere sarà ritrovato dopo quattro giorni in uno stato terrificante. Il collo mostrava segni di morsi, le interiora e gli organi genitali asportati e la carne di un polpaccio era stata strappata. Alcuni spilloni trovati accanto al cadavere fanno pensare che Verzeni abbia praticato del piquerismo durante o dopo le sevizie. Altro particolare scabroso: violentava post mortem Nel 1872, all’età di 23 anni uccide Elisabetta Pagnoncelli, il cui cadavere viene ritrovato in condizioni simili a quello di Giovanna Motta; segni di morsi sul collo, organi asportati e lembi di carne strappati. Venne arrestato nel 1873 e definito dai medici “ sadico sessuale, vampiro, divoratore di carne umana“. Durante il processo Verzeni descrive gli omicidi: «Io ho veramente ucciso quelle donne e ho tentato di strangolarne altre, perché provavo in quell’atto un immenso piacere. Le graffiature che si trovarono sulle cosce non erano prodotte colle unghie ma con i denti, perché io, dopo strozzata la morsi e ne succhiai il sangue che era colato, con cui godei moltissimo.» Vincenzo Verzeni fu condannato all’ergastolo e morirà suicida, impiccato nella cella. Per gli amanti del genere: la mummia è conservata nel Museo d’Arte Criminologica a Olevano di Lomellina (Pavia)

Kella Tribi.

You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

Lascia un commento