Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Dic• 04•19

Marta Russo nasce a Roma nel quartiere Tuscolano il 13 aprile del 1975. Dopo il diploma al liceo scientifico decide di iscriversi a Giurisprudenza. E’ una ragazza solare e tranquilla, con una vita normale. Il giorno 8 maggio 1997 Marta Russo stava passeggiando con un’amica nella Città Universitaria della Sapienza di Roma, in un vialetto interno che unisce le facoltà di Giurisprudenza, Scienze Statistiche e Scienze Politiche. All’improvviso viene colpita alla nuca, dietro l’orecchio sinistro da un proiettile. Gli studenti e i docenti che hanno assistito alla scena, chiamano immediatamente i soccorsi, ma la ragazza arriva all’ospedale in coma. La morte cerebrale arriverà dopo cinque giorni. I familiari danno il benestare per il prelievo degli organi. Inizia così la storia dell’omicidio di Marta Russo, studentessa romana ammazzata con un colpo calibro 22, in una mattina di primavera di oltre venti anni fa. Un omicidio senza senso, contro una ragazza normale che non poteva essere considerata un obbiettivo, in un luogo in cui nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Il caso, inutile dirlo, fu come un’esplosione nell’ambito dell’università romana, che fece scalpore non solo in Italia. Un omicidio inspiegabile, senza alcun apparente movente Tra le prime ipotesi avanzate dagli inquirenti c’è quella di un errore: il proiettile sarebbe stato destinato a un’altra persona, forse un’inserviente della Sapienza. Inizialmente non si esclude neppure l’ipotesi terrorismo (di destra o di sinistra, separatista o islamista) Tra i sospettati compare anche la criminalità organizzata (quella romana, ma anche Cosa nostra o la ‘Ndrangheta). Un omicidio su cui, nel dicembre del 2003, la Cassazione pone la parola fine con la condanna del dottorando Giovanni Scattone (5 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio colposo) e il suo collega Salvatore Ferraro, (4 anni e 2 mesi per favoreggiamento). Sentenze definitive che se da una parte hanno chiuso il caso a livello giudiziario, a distanza di oltre venti anni, continuano a suscitare polemiche e il caso di Marta Russo non rivendica ancora alcun colpevole certo. Un dolore, quello della famiglia di Marta Russo, che si è rinnovato nel 2015, quando si è diffusa la notizia che Giovanni Scattone é tornato a insegnare. “È assurdo che continui a insegnare, é una beffa”, è il commento della madre della studentessa. (ma si sa come vanno queste cose in Italia)

Kella Tribi

You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

Lascia un commento