Le perle nere di Kella.

Written By: bruno - Ott• 02•21

Phoebe ha quattordici anni e si è appena trasferita con la madre e la sorella minore a South Hadley, Massachusetts, in tempo per l’inizio dell’anno scolastico. Phoebe, che ha lasciato l’Irlanda per l’America, ha qualche difficoltà a integrarsi con i nuovi compagni, poi comincia a frequentare Sean, un compagno di scuola più grande e molto popolare a scuola. È un campione di football, un ruolo che nel sistema sociale scolastico lo pone al di sopra di tanti altri ragazzi e ragazze. La storia dura pochissimi giorni, poi Sean decide di tornare con la storica fidanzata.
Ed è allora che per Phoebe, tutto cambia. L’accettazione che aveva percepito dai compagni svanisce, di colpo è sola, derisa, emarginata. Alcuni ragazzi la insultano nei corridoi, la spintonano, la bullizzano “per aver creduto di far parte del loro gruppo”. Tutto avviene senza che nessuno membro del personale scolastico intervenga, senza che nessun altro studente protesti.
Gli abusi si propagano online, dove la ragazzina viene insultata, la chiamano ‘puttana irlandese’.
Il 14 gennaio 2010 Phoebe torna a casa e si impicca nella tromba delle scale dell’appartamento di famiglia.
Ma neanche la sua morte ferma il bullismo. Sei giorni dopo, nonostante l’apertura di un inchiesta, su Facebook spunta la pagina “We Murdered Phoebe Prince” (abbiamo ucciso Phoebe Prince), un compendio di crudeltà e miseria umana, dove anonimi commentatori si divertono a dare la colpa alla vittima, accusandola di esserselo ‘meritato’.
Dopo una riunione di fuoco dei genitori, arriva il momento delle attribuzioni di responsabilità. Il procuratore distrettuale accusa sei studenti, due ragazzi e quattro ragazze di età compresa tra 16 e 18 anni. I reati che vengono loro contestati includono molestie, stupro, stalking, lesioni e vengono condannati al servizio comunitario.
Gli adulti, che hanno permesso che le dinamiche di bullismo si allargassero a macchia d’olio solo perché alcune di queste avvenivano in rete e non nelle aule della scuola, non hanno subito alcuna sanzione.
Alla fine del 2010, la famiglia Prince ha vinto una causa contro il distretto scolastico per 225mila dollari.
Contro il bullismo, cinque mesi dopo è stata approvata dal governatore Deval Patrick una la legge che include negli atti di bullismo anche quelli online.

Kella Tribi

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