Le gambe del cane.

Written By: bruno - Giu• 10•15

Liberta’ spesso è fonte di piacevoli sorprese per uno strapaese come Piacenza,dove e quando il piccolo si mette in mostra .Questa mattina leggiamo un intervento con tanto di richiamo in prima pagina di Guglielmo Pelliccioli (quotidiano immobiliare) sull’uso che si può fare delle miriadi di rotonde che si spargono intorno alla citta’ .Ebbene viene suggerito di abbellirle con delle sculture o opere di architetti che possiamo vedere in anteprima,aggiungo io, nelle nostre piazze e fra le pieghe dei nostri (scusate), loro palazzi in questi giorni di cultura della Fondazione.Vere e proprie nullità’ architettoniche prima ancora che vere e proprie “sculture”.Forse Pelliccioli non allude propriamente a queste,forse ad altre, ma quello che intendevo dire lo si capisce al volo e,se mal detto è per forzata sintesi che lo si scrive.Pelliccioli vola, cita Libeskind,New York lo skayline di Manhattan,il museo ebraico di Berlino dove pare che l’erba cresca al contrario.Cita Bend,Oregon,dove le sculture poste nello spazio pubblico sono state premiate dagli americani per le Arti.E ancora mi pare che citi Marc Lescuyer dove si sono elencate qualcosa come 3.328 rotatorie,insomma una proposta per Piacenza da indigestione.Ma non finisce qui,nelle lettere al direttore di Liberta’ appare un intervento Gazzola,dove si esprime il desiderio di affondare la Ricci Oddi così come è e farne una:espressione di forze sociali economiche e culturali della citta’,es. Comune,Fondazione Piacenza-Vigevano,mondo industriale e finanziario e per ultima ma non ultima:scuola e ricerca.Perchè,la Ricci Oddi così come è viene esclusa dalla progressione strutturale (notare progressione strutturale) politica (di quale politica?) che altrove è tipica degli enti di produzione culturale.Il nostro Gazzola è animato, per quel che concerne la Ricci Oddi dallo stesso spirito che Paul Tibbets provo’ nello sganciare su Hiroshima la sua bombetta.Niente da obbiettare anche noi proviamo lo stesso identico sentimento,anche noi vorremmo sganciare la nostra bomba ,ma ,vorremmo suggerire sommessamente a Pellicioli che Piacenza,Piacenza non è New York,che il suo skyline si limata ad una modesta impalcatura attaccata ad un campanile del trecento dove , sulla citta’, svetta su tutti e tutto, un solo grattacielo di cemento armato e che, sopratutto,caro signor Pelliccioli,Piacenza,questa Piacenza non si sente nemmeno emiliana figurarsi poi cosa immaginare di paragonarla all’Oregon.Ma è vero è vero, anche noi vorremmo,chiudendo gli occhi , sganciare una bombetta su Piacenza come ha fatto Paul Tibbets (quante volte mi son sentito narrare dai piacentini questo sogno),sì,vorremmo sganciarla anche noi, ma con dentro e sotto le sue proposte,comprese quelle di Gazzola e il cane dalle gambe storte del Manzoni che, Gazzola, in un impeto di cultura cita.

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